IntelliBright, il software che migliora il proiettore

Texas Instruments presenta l'algoritmo IntelliBright, che promette di migliorare le performance dei proiettori, e in particolare dei cosiddetti pico-proiettori destinati all'integrazione in videocamere, smartphone e tablet.

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a cura di Alberto De Bernardi

Texas Instruments, uno dei più noti produttori di chip DLP per proiettori, ha presentato a MWC di Barcellona un algoritmo software - battezzato IntelliBright - capace, secondo il produttore, di migliorare le performance dei proiettori DLP. In particolare, il nuovo algoritmo sarebbe in grado di creare immagini più luminose e di maggior contrasto senza aumentare il consumo energetico del proiettore.

Per questo, la tecnologia è indirizzata soprattutto ai cosiddetti pico-proiettori, cioè proiettori di dimensioni sufficientemente compatte da poter essere integrati all'interno di altri dispositivi, come videocamere, fotocamere, tablet e smartphone. Il Samsung Galaxy Beam ne è probabilmente l'esempio più noto. Naturalmente, nulla vieta di utilizzare la tecnologia anche all'interno dei classici proiettori compatti e portatili.

Ma come opera l'algoritmo? Magia?!? Non proprio. IntelliBright si compone in effetti di due diversi algoritmi, Content-Adaptive Illumination Control (CAIC) e Local Area Brightness Boost (LABB).

CAIC opera regolando l'intensità dei colori RGB frame per frame. Impostando l'algoritmo in modo che la luminosità totale rimanga costante si ottiene un risparmio energetico, mentre mantenendo costante la potenza complessiva si ottiene una maggiore luminosità della scena proiettata.

LABB opera anch'esso a livello di singolo frame, identificando aree più luminose e le aree scure. Su questa base, il proiettore sarà in grado di effettuare ottimizzazioni quali, ad esempio, aggiungere un guadagno automatico alle aree più scure per migliorare la leggibilità, o regolare il guadagno complessivo per ridurre i consumi, magari sfruttando anche le informazioni provenienti da un sensore di luminosità ambientale.

I due algoritmi sono indipendenti e ciascuno di essi può essere personalizzato dal produttore dell'hardware per ottenere il risultato che ritiene più soddisfacente, privilegiando secondo necessità consumi o prestazioni.