Internet è un diritto, ecco la bozza della Dichiarazione italiana

La prima bozza della Dichiarazione dei Diritti di Internet è sul sito della Camera dei Deputati: sancisce uguaglianza, libertà e dignità per tutti come nel mondo fisico.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

È comparsa oggi sul sito della Camera la prima bozza della Dichiarazione dei Diritti in Internet (PDF). Si tratta di un documento nato su iniziativa di Laura Boldrini e Stefano Rodotà che ambisce a alla creazione di una vera e propria Carta dei Diritti di Internet, che tuteli i diritti dei cittadini specificamente riguardo agli aspetti digitali delle nostre vite.

Finalità della (ipotetica) Dichiarazione è garantire anche online i principi di uguaglianza, libertà, dignità e tutti gli altri diritti riconosciuti (ma spesso ignorati) nel mondo fisico. La Bozza affronta temi come la riservatezza dei dati, il diritto di accesso a Internet, la Neutralità della Rete, o il diritto a essere informati correttamente dalle società (Facebook, Google, etc.) che operano con i nostri dati.

Ecco quindi che al primo punto si afferma che in Internet devono valere gli stessi diritti riconosciuti dalla Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europa (qui il PDF). Può sembrare un'ovvietà ma non lo è, soprattutto quando si parla di protezione dei dati, di libertà di pensiero, di religione e di espressione.

Il Diritto all'Accesso, se formalizzato, sarebbe poi una rivoluzione. La Bozza dice che tale diritto dev'essere garantito "con modalità tecnologicamente adeguate […], non solo come possibilità di collegamento alla rete. Un sogno per tutti noi, se avessimo il diritto a un collegamento decente garantito per legge, perché significherebbe velocità adeguata e prezzi ragionevoli.

Così come sarebbe del tutto apprezzabile, almeno per i cittadini, se la Neutralità della Rete fosse garantita per legge: al momento invece ci sono poteri forti che spingono in direzione contraria, e non è detto che sarebbe un bene per i consumator – anzi probabilmente è vero il contrario.

Quanto ai dati personali, la Bozza li definisce come quelle informazioni che "consentono di risalire all’identità di una persona e comprendono anche i dati identificativi dei dispositivi e le loro ulteriori elaborazioni, come quelle legate alla produzione di profili. […] possono essere raccolti e trattati solo con il consenso effettivamente informato della persona interessata o in base a altro fondamento legittimo previsto dalla legge".

Laura Boldrini

La Bozza dei Diritti di Internet cita anche il Diritto all'Identità, cioè alla rappresentazione di sé stessi in Rete, "la libera costruzione della personalità" libera da profili generati in modo automatico da algoritmi. Di pari passi va il diritto all'Anonimato, secondo il quale "ogni persona può comunicare elettronicamente in forma anonima per esercitare libertà civili e politiche senza subire discriminazioni e censure".

C'è spazio poi per il discusso Diritto all'Oblio e per i doveri delle piattaforme digitali che raccolgono e usano i nostri dati. Si cita poi la sicurezza, che "deve essere garantita come interesse pubblico, attraverso l'integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi esterni".

Infine c'è l'importantissimo Diritto all'educazione (paragrafo 13). Afferma che "Ogni persona ha il diritto di acquisire le capacità necessarie per utilizzare Internet in modo consapevole e attivo", in un paragrafo che, necessariamente, coinvolge anche le istituzioni – la Scuola in particolare.

Trattandosi di una bozza, questo testo è ben lontano dal diventare una legge ed è passibile di modifiche anche molto profonde. La direzione indicata è tuttavia quella corretta, perché va verso una giusta integrazione degli strumenti digitali nella nostra vita come cittadini moderni.

Perché se una cosa diventa un diritto riconosciuto poi giocoforza le Istituzioni si devono adeguare, modificando le leggi sulla privacy, adeguando i programmi scolastici o obbligando le aziende private ad aggiornare le proprie infrastrutture. Tutte cose di cui l'Italia ha probabilmente molto bisogno, senza per questo trascurare altre priorità.