Internet of things, imprese italiane a un bivio epocale

IOTHINGS Rome 2017 ha fatto il punto sulle sfide dell'Internet delle cose in campo industriale. Dalla sicurezza, ai temi della connettività.

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a cura di Dario D'Elia

L'Internet delle cose (IoT - Internet of things) affascina l'industria per le sue potenzialità ma richiederà un impegno di progettazione e sviluppo paradigmatico. Non si tratta infatti solo di ripensare i modelli di impiego dei macchinari e della sensoristica, ma guardare al tema della produzione con un'ottica diversa.

IOTHINGS 2017

Per altro come ha spiegato Gianluigi Ferri, CEO di Innovability, l'organizzatore di IOTHINGS Roma 2017, "la sfida del prossimi 15 anni sarà quella di identificare ogni dispositivo con tecnologia blockchain". Insomma, la corsa dell'IoT è iniziata da poco con traguardi sempre più ambiziosi e lontani.Se si volesse declinare il mercato IoT bisognerebbe considerare il tema della sicurezza che investe ogni ambito, lo sviluppo delle applicazioni, il tema delle piattaforme, la connettività e la componentistica hardware. Senza contare l'importanza strategica dell'edge computing e dell'edge analycts. Ognuno di questi aspetti è chiave.

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Saverio Romeo, chief research officer della società di consulenza Beecham Research, ha correttamente sollevato la questione connettività che sarà oggetto da una progressiva transizione dalla tecnologia Low-Power Wide-Area Network (LPWAN) pensata per le trasmissioni di pochi bit a lunga distanza alla 5G - prevista per il 2020, ma con avanguardie negli Stati Uniti e in Cina a partire dal 2018/2019.

conferenza iothings 2018
IOTHINGS Roma 2017 - Conferenze

LPWAN manterrà comunque un ruolo importante, soprattutto se si considerano le versioni su frequenze licenziate come Narrow Band-IoT e LTE-M. La questione si complica ulteriormente poiché sul breve raggio verranno impiegati Bluetooth BLE5 e BLE Mesh (1-2 Mbps fino a 350 m), nonché Wi-Fi 802.11ah e 802-11ax.

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Se però si affronta il tema della reddittività, la previsione di Beecham Research è che saranno le piattaforme software a coagulare tra il 64 e 75% del business. Le connessioni si fermeranno tra i 16 e 22%, mentre gli oggetti stessi solo tra il 10 e il 13%.

Le principali sfide nell'IoT rimarranno quelle della sicurezza (end-to-end), dell'integrazione con le infrastrutture IT esistenti, del coordinamento dei partner industriali e dell'attenta valutazione del rapporto costi/benefici.

IOTHINGS

Enzo Maria Tieghi, AD di ServiTecno, ha ricordato che la valutazione della questione sicurezza in un piano di sviluppo probabilmente dovrebbe essere la prima criticità da affrontare. E non tanto per i pericoli di attacchi esterni, bensì per assicurarsi continuità operativa senza incertezze.

Rispetto al cosiddetto machine-to-machine la complessità dell'IoT richiederà il coinvolgimento di un maggior numero di fornitori specialisti perché per il salto tecnologico consentirà di mettere in gioco machine learning, robotica, intelligenza artificiale, network virtualisation e sharing, blockchain e altri segmenti vitali.

D'altronde la Commissione UE ha posto come obiettivo per il 2020 un fatturato manifatturiero del 20%, contro l'attuale 15%. E per ottenere un risultato di tale portata l'unica risposta è accellerare sull'industria 4.0, che prevede IoT, sistemi e mercati basati su ambienti fisici e digitali, smart robot, impiego di Big Data, decentralizzazione, incremento dell'efficienza energetica e industralizzazione virtuale.

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Gianni Potti, presidente di CNCT Confindustria, nel suo intervento a IOTHINGS 2017 Roma, ha citato l'avanguardia giapponese come esempio. Ovvero un modello di Society 5.0 dove si possa rimettere la tecnologia al servizio della persona. Fermo restando il fatto che per le PMI l'adozione dello IoT sarà condizionata dalla disponibilità e dell'affidabilità, mentre per le grandi imprese oltre a questi fattori non si potrà prescindere dalla sicurezza.

In un parallelo con una realtà più vicina come quella tedesca, Potti ha sottolineato che la rivoluzione che sta per investire la catena di montaggio non è più solo un problema generico di software - come poteva essere in passato - bensì di flessibilità che richiede il mercato. Quest'ultimo che sempre di più genera il prodotto e il servizio. Se da una parte la sensoristica veste un ruolo chiave nell'operatività, dall'altra gli analycts, i venditori, i social e altri elementi sono diventati essi stessi "sensori" di ciò che avviene all'esterno degli impianti, condizionandone l'andamento.

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L'unica certezza è che "l'uomo rimane centrale come decisore", ricorda Potti. "La sfida è la re-ingegnerizzazione del processo produttivo alla luce dell'industria 4.0".

E quindi è di fondamentale importanza che anche gli imprenditori cambino visione e non valutino l'innovazione solo come elemento di leva fiscale.