La preparazione alla missione sulla ISS

Intervista a Samantha Cristoforetti, l'astronauta italiana che a fine 2014 salirà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Alla fine del  2014 salirà a bordo della Sojuz per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale dove starà per 6 o 7 mesi. Come ci si prepara per una missione simile?

"Ci si prepara su un periodo molto lungo perché l'addestramento per una missione di lunga durata sulla Stazione Spaziale Internazionale, se lo si dovesse fare quasi senza interruzioni (se non proprio un minimo di qualche settimana di vacanza all'anno), è comunque di due anni e mezzo. Volendo prendere un po' più di tempo com'è stato il mio caso, e voler  fare anche addestramenti non appartenenti alla categoria minima indispensabile, il periodo si allunga anche a tre anni, tre anni e mezzo."

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"Ci si prepara con le valigie in mano perché la Stazione Spaziale si chiama Internazionale perché è il prodotto di una collaborazione di tante agenzie. Ci sono i due partner importanti che sono la NASA e l'Agenzia Interspaziale Russa (RKA), poi ci sono contributi significativi dell'Agenzia Spaziale Europea e dell'Italia sia tramite l'ESA sia tramite direttamente l'Agenzia Spaziale Italiana. I Giapponesi hanno una partecipazione significativa, i canadesi hanno un apporto che può sembrare piccolo ma che in realtà è fondamentale che è il braccio robotico, con il quale abbiamo praticamente assemblato la Stazione pezzo per pezzo.

 

Copyright video ESA/Agenzia Spaziale Europea

Gli astronauti viaggiano in tutti questi centri perché ogni agenzia ha una fase di addestramento per la parte di hardware che gli compete. Per fare un esempio l'Agenzia Spaziale Europea addestra gli astronauti a Colonia per la parte di gestione del Columbus Orbital Facility, che è il laboratorio europeo sulla Stazione Spaziale, e anche per l'ATV, il veicolo di rifornimento automatico dell'ESA che una volta all'anno arriva sulla stazione spaziale (finché non saranno pianificati i voli ATV)."

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"Ci sono attività un po' particolari che si fanno per esempio a Huston come la preparazione alle passeggiate spaziali, ossia le attività extraveicolari, anche se la maggior parte degli astronauti europei è certificato anche per lo scafandro russo Orlan e in quel caso l'addestramento si fa in Russia. La gestione del manipolatore robotico - a parte un corso iniziale che si fa in Canada-  per la parte di addestramento e le operazioni integrate si fa sempre a Huston. Poi c'è l'addestramento alle procedure medich e di emergenza di bordo gestito alla NASA.

La Russia è responsabile del veicolo Soyuz che ci porta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e poi ci riporta sulla Terra alla fine della missione. Questo addestramento occupa una parte significativa anche in termini di tempo. Quasi tutti gli astronauti europei, ed è anche il mio caso, si siedono a sinistra, quindi lavorano molto intensamente insieme al comandante del veicolo in qualità di ingegnere di bordo. Per questo passiamo molto tempo nel simulatore Soyuz per addestrarci all'andata e al rientro, che se vogliamo sono le fasi più brevi della missione, ma sono le parti dinamiche di una missione spaziale e sicuramente anche quelle più critiche e potenzialmente più pericolose. "