ISON non è morta: ecco i video con il frammento redivivo

La cometa ISON non è del tutto spacciata: un frammento è sopravvissuto al passaggio radente al Sole e adesso viaggia nello Spazio.

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a cura di Elena Re Garbagnati

La cometa ISON non è del tutto spacciata. Alle 6:30 di questa mattina sono state diffuse alcune foto e video catturate dal telescopio spaziale SOHO che lasciano intravedere qualche frammento di ISON sopravvissuto al passaggio al Sole. Non è l'intera cometa, ma una parte molto molto piccola.

L'Agenzia Spaziale Europea e la NASA, entrambe convinte in prima battuta della morte di ISON, hanno rivalutato nelle ultime ore la situazione e hanno ammesso che una piccola parte del nucleo può essere intatto. Di certezze ce ne sono poche, tant'è vero che gli esperti per ora l'hanno battezzata cometa "zombie" o di Schrödinger, in riferimento al paradosso del celebre gatto. Semplificando, non è possibile al momento determinare con certezza se la cometa sia sopravvissuta o meno, e in caso positivo quanto della cometa sia ancora attivo.

Doppia coda sopra al Sole!

All'hashtag #ISON si legge tutto e il contrario di tutto, ma per restare ancorati alla realtà analizziamo a freddo le immagini. Nel primo video si vede la cometa arrivare dall'angolo in basso a destra dello schermo e passare dietro al Sole come da programma. Alla sinistra del Sole spunta qualche secondo dopo una piccola scia, che è una piccola frazione della grande cometa che ha approcciato il Sole, ma è comunque qualcosa. Un po' più chiaro un secondo video, con relativo fermo immagine, in cui si vede sopra al Sole un corpo celeste con due piccole code.

Gli astronomi ammettono di essere sorpresi e felici, ma ora avvertono che può ancora succedere di tutto nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Per capirci: il residuo di ISON che adesso è ben visibile potrebbe continuare a brillare, oppure potrebbe esaurirsi del tutto.

Karl Battams, che ieri sera ha partecipato in diretta all'Hangount della NASA, ha scritto sul suo blog che "sembra che almeno una piccola frazione di ISON sia soppravvissuta in un unico pezzo" però ammonisce: "non abbiamo idea di quanto sia grande questo nucleo, sempre che effettivamente ne esita uno. Se c'è un nucleo, è ancora troppo presto per dire quanto tempo sopravvivrà".

Un altro fermo immagine che immortala il frammento di ISON

E "in caso sopravviva per più di pochi giorni, è troppo presto per dire se la cometa sarà visibile nel cielo notturno".

Luca Buzzi, esperto dell'Osservatorio Schiaparelli di Campo dei Fiori (VA), conferma quanto detto da Battams, e aggiunge che probabilmente la distruzione di ISON è dovuta al fatto che il nucleo della cometa è stato sovrastimato. Inizialmente si era ipotizzato un nucleo da 5 chilometri, ma fin da subito c'erano segnali sul fatto che potesse essere più piccolo, come la bassa luminosità che ha caratterizzato ISON fin dall'inizio. In definitiva, è probabile (non ne avremo mai conferma) che il nucleo avesse un diametro da 1,5 chilometri circa: al di sotto della soglia di sopravvivenza per il passaggio al Sole.

Domani ISON uscirà dall'area visibile dal telescopio spaziale SOHO, quindi per conoscere il suo destino dovremo aspettare dal 4 dicembre in avanti, quando dall'Osservatorio gli esperti scruteranno il cielo per cercare di vedere i resti di ISON e fotografarli, sempre che si saranno. Quel che è certo è che anche nella migliore delle ipotesi non la vedremo senza un telescopio.

La verità è che le comete sono tuttora per noi dei corpi celesti tanto affascinanti quanto misteriosi e imprevedibili. Per imparare di più al riguardo dovremo aspettare la missione Rosetta, che nel 2014 farà volare una navicella spaziale in flyby a un chilometro dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, sgancerà un robot che arpionerà il corpo di roccia e ghiaccio, lo trapanerà e lo analizzerà. Se siete appassionati di comete è un appuntamento da non perdere: per sapere tutto leggete il nostro articolo Spazio: come inseguire una cometa e atterrarci sopra.