Italia a rischio infrazione UE per colpa dell'IVA sugli ebook

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha confermato che la riduzione dell'IVA sugli ebook ci porterà a una procedura d'infrazione davanti all'Unione europea. Non resta che sperare nella prossima riunione Ecofin.

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a cura di Dario D'Elia

L'Italia rischia la procedura di infrazione europea a causa dell'abbattimento dell'IVA sui libri digitali. Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ieri durante il Question Time alla Camera ha risposto a un'interrogazione del Pd che domandava chiarimenti sull'argomento.

"L'equiparazione della tassazione sul libro elettronico in pari misura rispetto al libro cartaceo con grande probabilità ci porterà a una procedura d'infrazione davanti all'Unione europea", ha ammesso il Ministro. "Ma è una scelta fatta consapevolmente: è davvero difficile spiegare le ragioni per cui ci si ostina a livello di Unione europea a non capire che un libro è un libro".

dario franceschini

Dario Franceschini

"Il parlamento italiano ha fatto questa scelta, che sono certo verrà confermata dal Senato".

Com'è risaputo l'emendamento alla Legge di Stabilità prevede la riduzione dell'IVA sui libri digitali dall'attuale 22% al 4% - in linea con l'imposta applicata ai testi cartacei. La Francia e il Lussemburgo hanno compiuto lo stesso passo diversi anni fa, ricevendo in premio da Bruxelles una procedura di infrazione.

Il 25 novembre scorso in occasione del Consiglio formale dei Ministri della cultura i partecipanti si sono trovati d'accordo sull'anomalia del regime fiscale applicato agli e-book, ma non sono andati oltre la formulazione di un invito all'ECOFIN (Consiglio Economia e Finanza) ad "affrontare questa diversità".

"Sono sicuro che la UE vorrà affrontare con determinazione la situazione e che la decisione del Parlamento italiano rappresenti una forte sollecitazione per andare in questa direzione", ha sottolineato Franceschini.

Il tema però è ben più delicato di quanto possa sembrare, perché sotto il profilo tecnico-formale un libro digitale non ha le stesse caratteristiche di un testo cartaceo. La principale discriminante è legata al DRM (digital rights management): in pratica non si è mai realmente proprietari di un e-book, ma se ne detiene una licenza d'uso.

Considerato questo dettaglio possiamo dimenticare che in fondo si sta parlando più di un software o un servizio che di un oggetto? L'unica possibilità sarebbe quella di sgombrare il campo dai tecnicismi e basarsi esclusivamente sull'elemento immateriale. Riconoscere la lettura come strumento primario per la diffusione del sapere e di conseguenza favorire in ogni modo i suoi "accessori" – ieri solo i libri oggi anche gli e-book.

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