Italian Internet Day, 30 anni di Internet in Italia

Si guarda al passato per immaginare il futuro con l'Italian Internet Day, l'avvenimento nazionale voluto dal governo per celebrare i primi 30 anni di Internet in Italia. Tre decenni in cui sono cambiate moltissime cose, nel bene e nel male. Un momento importante per dare valore al futuro del Paese

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Prendono il via oggi i festeggiamenti per i 30 anni di Internet in Italia, con l'Italian Internet Day, iniziativa annunciata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi lo scorso 29 marzo. Si celebra il trentesimo anniversario di quel 30 aprile 1986 in cui il Centro Universitario per il Calcolo Elettronico di Pisa si collegò per la prima volta alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania (USA), tramite la rete ARPANET.

Oggi Renzi sarà a Pisa, presso il CNR, dove si terrà una conferenza sul tema, e l'altro ieri è stato proiettato in anteprima il documentario Login, il giorno in cui l'Italia scoprì Internet. Sono solo due delle molte iniziative nate per quest'occasione, che sono centinaia diffuse in tutta Italia, organizzate in gran parte presso le scuole.

L'Italia fu il quarto paese europeo a collegarsi, e quello fu un momento davvero importante. Ma all'epoca la cronaca era occupata a seguire il disastro di Chernobyl e dai mondiali di calcio. Non c'era posto per un fatto che pochi capivano. E ancora meno erano quelli che avrebbero potuto immaginare quello che sarebbe stato il mondo 30 anni dopo.

Un anno dopo fu registrato il primo dominio italiano, cnunce.cnr.it, ma dovettero passare ancora molti anni prima che i cittadini italiani (e anche di altri paesi) potessero toccare con mano che cosa fosse questa rete di computer, in particolare nella sua accezione di World Wide Web.

Mi ricordo 600mila lire di bolletta.. È stato un disastro per i miei ahahah

Le prime connessioni domestiche non furono infatti disponibili fino agli anni '90, e una prima diffusione "di massa" non fu possibile se non a partire dal 1998, quando le linee e i costi cominciarono a essere ragionevoli. Prima di allora, si poteva andare online con i computer di alcune università e qualche biblioteca. Comunque carissimi rispetto a oggi: all'epoca si navigava a 56 Kbps e si pagavano tariffe a tempo. C'è ancora chi ricorda bollette stratosferiche, perché magari ha scordato di scollegare il modem.

Bisognava configurare il software affinché chiamasse un certo numero di telefono, e c'erano malware che cambiavano tale numero con uno che costava molto di più.

Abbiamo chiesto ai nostri lettori su Facebook di condividere con noi i loro ricordi di quel primo momento, e le numerose risposte creano un quadro "amarcord" davvero emozionante. In tanti ricordano con nostalgia il rumore dei vecchi modem analogici, quella sequenza di suoni che sembravano usciti da un film di fantascienza – riascoltarli ancora oggi fa emozionare.

"Enrico stacca l' Internet che deve chiamare la nonna !!!" ... Poi dopo è arrivato l' isdn ... Bei ricordi ^^

In quei primi tempi, qualcuno lo ricorderà, bisognava scegliere se stare online o avere il telefono libero per fare e ricevere chiamate – e di sicuro non sono l'unico che ha dovuto affrontare qualche discussione con i genitori anche per questa ragione, oltre che per l'importo delle bollette.

Erano gli anni 90. Mi collegavo con un modem 56k che sentivo comporre il numero di tel dal pc. Scaricano mp3 su winmix a 2kilobyte al secondo e una canzone di 3mega impiegavo 15 min circa. Prima canzone scaricata è stata heyya degli outkast. Bei tempi

Ci voleva un tempo infinito anche solo per scaricare un'immagine e visualizzarla sullo schermo: si componevano una linea alla volta, e generalmente c'era un qualche errore che ci lasciava a metà. Insomma si spendeva tanto e si andava pianissimo – situazione in cui purtroppo si trovano ancora molti italiani, mentre altri hanno accesso a linee ADSL decenti, e qualche fortunato a connessioni velocissime.

31 Agosto 1997, modem 14.4. Iniziai a navigare grazie ad un'iniziativa all'avanguardia del Comune di Pesaro che forniva account tipo z738khy94@comune.pesaro.it Ovviamente è stato un punto di non ritorno.

La situazione però cambiò piuttosto rapidamente. Già all'inizio del XXI secolo molti italiani avevano a disposizione una linea ISDN, che praticamente raddoppiava la tradizionale connessione telefonica. Si avevano due numeri, così quello principale restava libero mentre l'altro si usava per collegarsi. Oppure si potevano usare tutte e due insieme per arrivare a ben 128 Kbps (teorici). Roba dell'altro mondo, in quell'epoca, ma si alzava anche il costo in bolletta.

Tutti avevano un account di posta elettronica e un browser, e il Web cominciava a svilupparsi. Comparivano le prime riviste online (Tom's Hardware Italia nasce nel 2003) e servizi online per prenotare le vacanze. Vedevamo la nascita di colossi come eBay, e siti di ogni genere. L'Italia non aveva la varietà degli USA, ma non era nemmeno del tutto sguarnita.  

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Arrivò anche Napster, un programma per condividere file musicali. Non fu il primo del suo genere ma fu senz'altro il più famoso, e quello che più di tutti cambiò il mercato musicale. Collegandosi a Napster si poteva scaricare musica direttamente dal computer di altri utenti, oppure rendere disponibile la propria. Era il 1999 e il successo fu spettacolare, tanto che nel 2001 il servizio fu chiuso dopo un veloce processo per violazione del diritto d'autore.

Il lavoro di Sean Parker lasciò comunque il segno, e oggi il file sharing è ancora una delle attività più diffuse online. Nonché una delle ragioni che spingono molti a cercare connessioni sempre più veloci. Più in generale Internet ha reso possibile la nascita della sharing economy nonché la creazione di cose come Uber o Spotify.

Con il diffondersi del Web e il costante nascere di nuovi servizi arrivarono a un certo punto anche quei nomi che oggi ci sono tremendamente familiari, al punto che qualcuno li usa come sinonimo di Internet: sono Facebook, YouTube, Instagram e i social network in generale.

IIT

Prima di loro però il Web era già un gran caos, con milioni di pagine. Era difficile trovare quella giusta, e per questo nacquero i motori di ricerca. Virgilio, Altavista, Yahoo, tra gli altri, e poi arrivò Google a dominare su tutti. Questi strumenti ci permettono di scoprire se online c'è l'informazione che ci serve, e di raggiungerla. Il Web com'è oggi non esisterebbe senza motori di ricerca.

Restando in Italia, per molti nostri concittadini Internet oggi significa (purtroppo) solo Facebook. Anzi, non tutti sanno che il popolare Whatsapp funziona proprio grazie alla rete di computer. Molti, sicuramente troppi, usano questa splendida risorsa per vedere video divertenti e scambiarsi battute.

Ma non dobbiamo focalizzarci solo sugli aspetti negativi: in questi ultimi anni la Pubblica Amministrazione è cambiata, e oggi si possono fare tante cose da casa che prima avrebbero richiesto di andare personalmente in un ufficio pubblico, investendo molto più tempo. Possiamo richiedere certificati di ogni tipo, controllare la nostra posizione fiscale e contributiva, prenotare esami specialistici e tanto altro. C'è ancora tanto da fare, ma è stato fatto molto.

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A qualcuno non sembra mai abbastanza, ma Internet ha cambiato anche la politica italiana. Per esempio ha reso possibile l'ascesa del Movimento 5 Stelle grazie soprattutto al blog di Beppe Grillo– che lo si apprezzi oppure no. E tanti che non trovano voce su giornali e TV riescono a raggiungere potenziali elettori tramite la Rete.

E naturalmente anche in Italia hanno preso piede i videogiochi online multiplayer e i servizi di streaming video, soprattutto dopo il recente debutto di Netflix.

Oggi, come tutti ben sappiamo, la priorità più pressante riguarda la velocità delle connessioni. È fondamentale che abitazioni private, luoghi pubblici e aziende abbiano a disposizione collegamenti davvero veloci, da almeno 10 Mbps, preferibilmente molto di più.

Se in casa ci sono quattro persone e tutte fanno qualcosa che richiede una buona connessione Internet (streaming video, chat video, download, gaming online, etc) è evidente che ci vuole una banda adeguata. In azienda, a scuola o presso luoghi pubblici il bisogno può solo aumentare, considerato che sono luoghi dove si riuniscono molte persone.

Napster Logo

Considerato ciò che abbiamo oggi, questi primi 30 anni di Internet in Italia sono, ahinoi, anche una festa della lentezza. I servizi che si sono sviluppati sono pochi e inadeguati a un paese che dovrebbe essere tra i più ricchi e moderni, e sono troppo pochi i cittadini che possono godere di una linea ad alte prestazioni. Speriamo che non servano altri trent'anni a risolvere questi problemi.