Italiani digitali: poca Internet e ignoranza informatica

La Commissione UE ha pubblicato la valutazione sull'Agenda digitale. In Italia i dati sul broadband non sono incoraggianti sull'alta velocità. Preoccupano la bassa frequentazione online e l'ignoranza informatica diffusa.

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a cura di Dario D'Elia

La Commissione UE oggi ha pubblicato la valutazione sull'Agenda digitale di ogni paese comunitario: l'Italia è tecnologicamente in affanno e soffre di ignoranza informatica diffusa. Secondo i dati i cittadini europei possono godere diffusamente di reti e servizi digitali di base.

Anche in Italia infatti si parla del 98,4% degli appartamenti serviti da connettività broadband, contro una media europea del 95,5%. Per quanto riguarda i servizi Next Generation Access invece i 30 Mbps sono disponibili solo presso il 14% delle residenze; la media europea è del 53,8%.

Uso dispositivi mobili per accedere al Web

"A gennaio 2013, l'incumbent (Telecom Italia, NdR.) aveva una quota di mercato sopra la media europea (51,4% comparata al 42,3% della UE)", si legge nei report ufficiali. "DSL è la tecnologia più diffusa per la fornitura di accesso broadband (96.3% di tutti gli abbonamenti contro il 73,8% europeo)". Il tasso di penetrazione del broadband residenziale si attesta sul 22,5% (+0,2% rispetto al 2012) contro il 28,8% UE, mentre quello NGA è dello 0,1% contro il 14,8% europeo.

Le buone notizie provengono dal settore mobile, dove con la 3G (HSPA) viene raggiunta il 96,5% della popolazione, contro una media europea del 96,3%. Il tasso di penetrazione del broadband mobile per PC è di circa il 14,3% contro il 9% europeo.

Insomma, siamo in ritardo sul residenziale e abbastanza in linea con l'Europa sul mobile. Ci sono margini di miglioramento anche in vista dei progetti di sviluppo di tutti gli operatori nazionali. Se poi Telecom Italia dovesse procedere con lo scorporo della rete forse si potrebbe assistere in un'ulteriore accelerazione sia sul fronte concorrenziale che strutturale.

Competenze

La nota più dolente però non è quella tecnica, bensì quella culturale di cui normalmente non parla mai nessuno - se non in sede comunitaria. In Italia solo il 53% della popolazione accede regolarmente a Internet almeno una volta alla settimana; in Europa sono al 70%.

I pochi assidui frequentatori, con almeno un accesso al giorno, sono il 51% contro una media europea del 59%. Quelli che non hanno mai usato Internet sono il 37% contro il 22% europeo.  "Inoltre l'uso di Internet su base regolare da parte delle persone svantaggiate è del 38%, contro la media europea del 54%", prosegue la nota.

Tutto questo vuol dire che abbiamo uno zoccolo duro refrattario all'argomento, con tutte le conseguenze del caso. Ad esempio il più banale è che malgrado gli ingenti investimenti nell'e-government moltissimi preferiscono affidarsi ai servizi tradizionali.

Accesso a Internet

Stupisce un altro dato: pensiamo di rappresentare l'avanguardia mobile europea ma non è così. Solo il 16% degli italiani accede a Internet via smartphone o tablet, contro una media europea del 36%. Nel Regno Unito e in Svezia raggiungono rispettivamente il 63% e il 70%. Questo probabilmente vuol dire che acquistiamo dispositivi mobili in gran quantità ma se accediamo al Web usiamo solo le reti Wi-Fi domestiche o del posto di lavoro. Beh, nella migliore delle ipotesi, perché nella peggiore c'è da pensare che si acquistino solo per puro feticismo hi-tech.

Accesso ai servizi e-government

E una volta online che succede? Facciamo come i nostri cugini: leggiamo news, progettiamo viaggi, prenotiamo, etc. Quando però si tratta di trovare informazioni su beni e servizi ci fermiamo al 41%, contro il 62% degli europei.

Il capitolo finale non può che riguardare le competenze informatiche: le vantano il 56% degli italiani contro il 67% degli europei. Gli esperti sono il 24% contro il 27% degli europei, mentre quelli di livello medio e basso sono dai 4 ai 5 punti percentuali in meno rispetto al 16 - 25% europeo.

Pochi geek di stampo europeo e tanti consumatori che ignorano.