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a cura di Andrea Balena

La moda degli zombie - dopo anni di impero mediatico in film, libri, serie TV ma soprattutto videogiochi - si sta finalmente incamminando verso un onorevole tramonto. Con uno sguardo un po' romantico verrebbe da dire che sia stata la scomparsa di George Romero, il padre di questi mostri famelici, ad aver segnato la fase calante del trend, ma la verità è purtroppo un'altra: gli zombie a un certo punto erano diventati onnipresenti come il prezzemolo.

Tutti li utilizzavano come espediente nei contesti più strani e trash (uno su tutti: Orgoglio e Pregiudizio Zombie) solo per inserire goliardiche scene splatter e cavalcare così una briciola dell'enorme successo di pubblico che aveva la serie televisiva di The Walking Dead. Mandato metaforicamente - e anche letteralmente, dai! - al macello, il povero non-morto ha perso tutto il suo potenziale di critica sociale verso la natura umana e i problemi della società moderna. Qualche timido esperimento per cambiare e rinvigorire registro narrativo c'è stato, ma nessun risultato sconvolgente a livello di ascolti, sebbene alcune idee interessanti siano state effettivamente proposte.

In Inghilterra ricordiamo il bistrattato show In the Flesh, dove il morto vivente reintegrato nella società era al centro di una storia di xenofobia particolarmente violenta, mentre dall'altra parte dell'oceano hanno proposto il divertente poliziesco iZombie, liberamente ispirato dal fumetto omonimo. In questo caso seguiamo le vicende di Olivia "Liv" Moore (Rose McIver), una studentessa di medicina unica superstite del primo focolaio di un'epidemia zombie durante una festa in barca. Rimasta comunque infettata, scopre presto della sua pelle pallida, il suo battito inesistente e della sua nuova dieta a base di cervelli e cibi piccanti.

Liv e Ravi

Dopo aver abbandonato la sua vecchia vita, la nostra si fa assumere come assistente del medico legale della polizia per potersi cibare di materia grigia in segreto, ma ben presto viene scoperta dal suo capo Ravi, che diventa il suo confidente e aiutante nella ricerca di una cura. La particolarità della sua nuova condizione è che può assimilare temporaneamente i tratti caratteriali del defunto ed avere brevi visioni della sua vita e di come è morto. Vedendolo come un modo per riscattarsi e rendere onore alle persone di cui si ciba, Liv inizia ad aiutare la polizia di Seattle nel risolvere i loro casi di omicidio fingendosi una sensitiva.

Nonostante una premessa abbastanza normale e una struttura delle puntate da procedurale classico, iZombie si rivela un gioiellino d'intrattenimento televisivo per la vivacità e la freschezza con cui mette in scena una puntata dietro l'altra. Sebbene faccia riferimento a un modo di fare serie TV abbastanza vecchio, lo show della CW - canale noto per aver messo in scena tanti prodotti d'intrattenimento sullo stesso stile - sa regalare ogni volta quaranta minuti di divertimento puro e facilmente assimilabile. Ci riesce grazie a un cast di personaggi un po' macchiette comunque molto divertenti da seguire, una trama orizzontale appassionante e in mezzo qualche riflessione sul razzismo e la paura del diverso, quando l'esistenza degli zombie diventa di dominio pubblico, seppur senza raggiungere la crudeltà del già citato In the Flesh.

Liv e Clive

La migliore interprete è indiscutibilmente la McIver nei panni cadaverici di Liv, dove in ogni puntata dimostra la sua bravura e varietà recitativa interpretando con disinvoltura i tanti diversi caratteri che il personaggio assume. Il suo punto di vista, misto alle incertezze e la paura di non tornare mai ad una vita normale, la rendono un personaggio molto più profondo e sfaccettato di quanto appaia, tremendamente empatica verso le vittime più innocenti, e non solo perché ne assume il cervello.

La parte investigativa dello show, nonostante sia il corpus principale delle puntate, è solamente un riempitivo per mandare avanti la trama. Non sempre la qualità dei casi risulta eccelsa nelle dinamiche e costruzione del caso, sebbene tramite l'espediente dei poteri della protagonista gli autori riescano a rendere meno ripetitive le dinamiche.

Blaine

Più interessante è la trasformazione che lo show raggiunge da metà serie in poi, dove il problema degli zombie viene rivelato mondialmente: il focus della sceneggiatura si sposta dalla vita privata e sentimentale dei protagonisti a una guerra fra razze di vivi e non-morti, i quali rivendicano eguali diritti. La sceneggiatura inizia a trattare argomenti più d'impatto come gli estremismi e fanatismi politici in entrambe le fazioni, non risparmiandosi sulla violenza e gli ideali sotto cui agiscono. In tempi estremamente delicati come quelli che gli Stati Uniti stanno vivendo sotto l'amministrazione Trump, vedere anche il più modesto degli show (l'effettistica generalmente è il tallone d'Achille della CW) iniziare a trattare argomenti più complessi, senza mai rinunciare agli elementi d'intrattenimento che lo contraddistinguono, è un grande passo avanti per la serialità televisiva.

Nonostante una visione edulcorata e tremendamente pop della tematica del morto vivente, iZombie si lascia guardare, diverte e propone una visione inedita e interessante su un argomento molto abusato negli ultimi anni. Potete trovare le prime due stagioni su Netflix, mentre su Premium Action del digitale terrestre a luglio inizierà la quarta stagione, mentre negli States in autunno è prevista la quinta e già annunciata ultima stagione dello show. Vi sembrerà assurdo vista la tematica, ma la visione dello show è particolarmente indicata durante i pasti.


Tom's Consiglia

Molto diverso nella storia e tematiche, il fumetto di iZombie è comunque una lettura consigliata.

Olivia Moore Funko Olivia Moore Funko