Kaspersky e le accuse di spionaggio: si scoprono le carte

Da mesi Kaspersky è accusata senza prove di essere alla base di un'azione di spionaggio russa. Finalmente arriva qualche informazione in più.

Avatar di Giancarlo Calzetta

a cura di Giancarlo Calzetta

-

Tutti noi conosciamo Kaspersky da molti anni e ne apprezziamo i prodotti per la sicurezza informatica. Non tutti sanno, però, che in tutto il mondo ci sono oltre 400 milioni di postazioni che sfruttano le tecnologie del produttore russo per tenere alla larga malware e hacker.

Questa larga base di clienti è una potenziale miniera di informazioni sensibili e negli Stati Uniti, da qualche mese, c'è gente che sospetta che l'antivirus di Kaspersky sia stato usato per effettuare delle operazioni di spionaggio ai danni dell'NSA.

Non stiamo parlando dell'attacco portato dal gruppo che si fa chiamare "Shadow Bear", e che ha portato a quel disastro che è stato Wannacry, ma di un'altra intrusione avvenuta ai danni di un consulente esterno all'NSA che aveva fatto il grosso errore di mettere sul suo computer personale alcuni documenti e armi informatiche per studiarle a casa.

Le accuse, rese pubbliche nella loro interezza solo settimana scorsa da parte del WSJ, dicono che degli hacker russi hanno usato l'antivirus di Kaspersky per esaminare i file presenti sul pc e scegliere quali prelevare (senza specificare come avrebbero poi fatto).

Questo castello accusatorio non riportava, però, una fonte precisa, parlando genericamente di "persone informate sui fatti".

Due giorni fa, il NYT ha invece chiarito che queste "persone informate sui fatti" avrebbero ricevuto un rapporto da degli hacker di stato israeliani che avevano violato la rete di Kaspersky sorprendendo a loro volta degli hacker russi che ne stavano facendo uso.

In altre parole, c'erano degli hacker israeliani che spiavano hacker russi che sfruttavano la rete di Kaspersky per spiare l'NSA.

Una storia che ha dell'incredibile sulla quale troverete maggiori dettagli nel pezzo pubblicato su Security Info.