La batteria del MIT va a zucchero

Non è più sottile, più leggera o con più autonomia, ma è sicuramente più economica ed efficiente di quelle attuali: è la nuova batteria messa a punto dal MIT, che produce energia grazie a dei nanotubi in carbonio e allo zucchero.

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a cura di Alessandro Crea

Un team di ricercatori del MIT ha messo a punto una nuova tecnologia per la realizzazione di batterie, che prevede l'uso di zucchero. Queste batterie non sno più sottili, più leggere o dotate di maggior autonomia rispetto a quelle in produzione attualmente ma hanno due vantaggi significativi: sono più economiche da produrre e le loro prestazioni non decadono nel tempo.

Questa in particolare è una dote importante se se ne immagina l'utilizzo a bordo di mezzi spaziali, ad esempio sonde e satelliti. Equipaggiati con batterie di questo tipo infatti potrebbero contare su un carburante dalla durata virtualmente indefinita rispetto a quella delle attuali batterie che come sappiamo si deteriorano nel tempo anche se non sono utilizzate. Le batterie allo zucchero del MIT invece manterrebbero la propria efficienza per anni e decenni, facendosi trovare pronte nel momento del bisogno.

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Ma come funzionano esattamente? Il principio, chiamato TPW (Thermo Power Wave) è stato scoperto già quattr anni fa, ma solo ora il team guidato dal professor Michael Strano è riuscito ad ottimizzarlo fino a renderlo tanto efficiente quanto quello impiegato nelle batterie attuali.

All'interno di queste batterie ci sono in pratica dei filamenti fatti di nanotubi di carbonio, rivestiti di un materiale combustibile, in questo caso saccarosio. Quest'ultimo bruciando da un capo all'altro del filamento svilupperebbe calore ma farebbe anche spostare ondate di elettroni lungo i nanotubi, producendo così energia elettrica, sufficiente al momento ad alimentare un dispositivo elettronico attuale come uno smartphone o un tablet.

Per Strano inoltre si possono utilizzare materiali diversi dallo zucchero, a patto che essi siano altrettanto o ancora più efficienti.

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Inoltre queste batterie hanno altri due vantaggi, possono essere miniaturizzate oltre i limiti raggiungibili da quelle attuali e quindi utilizzabili per gli indossabili del futuro e sono in grado di fornire enormi quantità di energia in poco tempo se necessario.

Tutto perfetto dunque? non proprio perché  il limite che hanno è notevole, visto che a differenza delle batterie attuali queste consumano il materiale utilizzato per produrre energia e andrebbero quindi ogni volta ricaricate di zucchero o di altro materiale, una situazione non esattamente comoda o di semplice gestione, soprattutto in ambito consumer.