La burocrazia italiana si fa uno SPID di efficienza

Entro il 2017 un italiano su sei avrà un'identità digitale per dialogare con fisco, Inps, Asl, scuole, enti pubblici. Un solo PIN, un solo login, una sola password per evitare code e lungaggini e ridurre i costi di una burocrazia tra le più esose e inefficienti del mondo. Il Sistema Pubblico di Identità Digitale sarà attivo a cominciare da aprile 2015. Sarà vero?

Avatar di Pino Bruno

a cura di Pino Bruno

Verrà un giorno in cui ogni cittadino italiano potrà dialogare via Internet con la Pubblica Amministrazione grazie allo SPID, cioè il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Dicono le agenzie di stampa che c'è già una tabella di marcia, che prevede due fasi, la prima scatterà ad aprile del 2015 per arrivare al 2017 con 10 milioni di utenti collegati, ovvero un italiano su sei. Un login e una password unici per sbrigare tutte le pratiche burocratiche da PC, smartphone e tablet. Addio alle code agli sportelli dell'INPS, della ASL, del fisco, della Motorizzazione e di tutte le agenzie che erogano servizi pubblici, promette il Governo per voce della responsabile per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.

In un tweet con l'hashtag #Repubblicasemplice, la ministra sintetizza così l'accordo raggiunto in Conferenza unificata: "tempi certi su digitale, fisco, welfare, edilizia, impresa". Cinque capitoli che includono semplificazioni promesse da decine di governi e mai realizzate, come ad esempio la Carta di Identità Elettronica, varata quattordici anni fa, costata decine di milioni di euro e ancora nelle tasche di pochi italiani.    

SPID, ovvero una Pubblica Amministrazione veloce come Speedy Gonzales?

A voler essere ottimisti, dunque, fra tre anni lo SPID potrà essere usato da un italiano su sei. L'approccio sarà volontario, come si legge sul sito dell'Agenzia per l'Agenda Digitale: "Non è un obbligo per il cittadino possedere un’identità SPID ma un’opportunità, il cui vantaggio genererà offerte capaci di soddisfare le diverse esigenze". 

E, comunque, per lanciare definitivamente l'Agenda per la semplificazione, prevista dal Decreto Legge Madia, serve ancora un passaggio in Consiglio dei ministri, che dovrebbe avvenire a breve, entro l'anno. Tra i punti inseriti nell'Agenda, anche la marca da bollo digitale, acquistabile su internet senza dovere andare dal tabaccaio. Anche in questo caso è fissato un target, perché entro il 2017, il novanta per cento dei comuni dovrà adeguarsi alla versione telematica.

Si va dal PIN unico alla marca da bollo online, dai pagamenti telematici all'anagrafe unica per ottenere i certificati via web. I disabili vedranno ridursi i tempi per il riconoscimento delle invalidità e l'accesso ai referti medici sarà reso disponibile online. Sul fisco, sono previsti tempi e obiettivi per la dichiarazione precompilata dei redditi, la dichiarazione delle successioni con presentazione telematica. Altre novità riguarderanno il catasto (domanda via internet per la voltura) e ancora, per le imprese, si insiste sul modulo unico per l'avvio dell'attività produttiva.

Sarà una corsa contro il tempo. L'accordo tra Stato, regioni e comuni sull'Agenda per la semplificazione ha soprattutto l'obiettivo di ridurre costi e tempi delle pratiche burocratiche a carico di cittadini e imprese. Chiunque abbia a che fare con la Pubblica Amministrazione sa di cosa si tratta: un estenuante, eterno e dispendioso gioco dell'oca che finisce per riportare il cittadino, l'imprenditore e l'artigiano al punto di partenza.   

Riuscirà Marianna Madia dove hanno fallito tutti i suoi predecessori? Vedremo già ad aprile dell'anno prossimo se l'ennesimo annuncio diventerà un fatto.