La Camera approva la legge pasticcio sul cyberbullismo

Nella sua forma attuale questa legge può fare poco o nulla per tutelare le vittime, mentre invece offrirebbe un potente strumento a chi vuole far sparire articoli scomodi. Basterebbe dire che un certo contenuto è offensivo per la persona.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Camera dei Deputati ha approvato la cosiddetta legge sul cyberbullismo, con 242 voti favorevoli, 73 contrari e 48 astenuti. La normativa passerà ora all'esame del Senato. Il testo è un tentativo di definire e normare il fenomeno del bullismo online, così da offrire agli strumenti uno strumento legale con il quale tutelarsi.

In particolare, la versione attuale della norma offre alla vittima la possibilità di richiedere la rimozione di un contenuto. Richiesta che sarà verificata dal garante, e a cui il gestore di un sito dovrà conformarsi entro 48 ore. Le sanzioni arrivano fino a 100.000 euro.

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Elena Ferrara

Il bullismo viene definito come "aggressione o molestia, da parte di singoli o più persone, nei confronti di una o più vittime allo scopo di ingenerare in essi timore, asia, o isolamento ed emarginazione; sono manifestazioni di bullismo una serie di comportamenti di diversa natura: atti vessatori, pressioni o violenze fisiche e psicologiche, istigazione all'autolesionismo e al suicidio, minacce e furti, danneggiamenti, offese e derisioni anche relative alla razza, alla lingua, alla religione, all'orientamento sessuale, all'opinione politica, all'aspetto fisico o alle condizioni personali e sociali della vittima".

La norma espande poi tale definizione a quella di cyberbullismo, abbracciando la versione digitale di tale azioni e aggiungendo "atti che si realizzano attraverso la rete telefonica, la rete Internet, i social network, la messaggistica istantanea o altre piattaforme telematiche".

Le sanzioni vanno da un semplice ammonimento da parte del questore, che riguarda anche i genitori in caso si tratti di un minore, fino a 6 anni di reclusione nei casi più gravi. Questi includono in particolare lo stalking, lo scambio di identità, l'invio di messaggi e la divulgazione di testi o immagini, "la diffusione di dati sensibili, immagini o informazioni private carpiti con l'inganno o con minacce".

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Foto: Bolkins/Depositphotos

Si prevede poi l'introduzione di un "docente anti-bulli" in ogni scuola, un referente che sarà incaricato di gestire la questione e che farà riferimento direttamente al preside. A quest'ultimo il compito di informare le famiglie interessate ed eventualmente adottare misure di assistenza e sanzioni.

Questo in sintesi quanto contenuto nella nuova versione della normativa, che è all'esame delle Camera da metà 2015. Questa nuova versione ha subito notevoli modifiche, nate anche dai numerosi casi di cronaca che si sono andati accumulando nel corso degli ultimi anni.  

La più stupida legge di censura della storia Europea?

Senza dubbio la cronaca impone a governo e rappresentanti una presa di posizione che sia davvero una risposta - ancora nelle ultime ore ha occupato le prime pagine un caso che implica una nota presentatrice televisiva.

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Foto: ayeketkeshet/Depositphotos

E tuttavia questa norma lascia molti osservatori perplessi, se non apertamente in allarme. A cominciare dalla senatrice Elena Ferrara, che pure fu la prima firmataria, a cui fanno eco avvocati ed esperti di privacy e libertà di espressione.

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Il problema è che il reato ha una definizione troppo ambigua e ampia, e di fatto lascerebbe la porta spalancata ad abusi di ogni genere, da una parte, e a notevoli difficoltà al momento di stabilire colpe e sanzioni.

Andiamo verso una situazione che secondo il punto di vista si potrebbe definire kafkiana, nelle aule, o orwelliana per il possibile uso censorio di tale norma nella sua attuale forma. Un uso censorio che inoltre non è adeguato a tutelare la vittima: si parla di tempi lunghi, fino a 48 ore per bloccare un contenuto. Più che sufficienti per distruggere la vita di una vittima.

Invece il meccanismo "consentirebbe di richiedere la rimozione del contenuto, dell'articolo, del messaggio, di qualsiasi cosa presente sul web, con la possibilità di far bloccare i contenuti rivolgendosi anche al garante privacy", come ha detto la stessa Ferrara.

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Foto: gcpics/Depositphotos

Agli osservatori dall'estero la situazione sembra ancora peggiore. Cory Doctorow è un saggista, editorialista del Guardian, romanziere e tra i più autorevoli esperti di privacy al mondo - per anni è stato una colonna portante delle Electronic Frontier Foundation. È molto significativo quindi che abbia dedicato un lungo articolo alla legge nostrana, e che lo abbia intitolato L'Italia sull'orlo della più stupida legge censoria della storia europea.

Doctorow sottolinea per esempio come basti che qualcuno si senta insultato da un contenuto online per far scattare il blocco. Che l'articolo sia vero o falso non importa, e questo ovviamente può interessare molto a chi ha violato la legge in qualche modo o fatto cose moralmente discutibili.

"Cominciamo da ciò che questa (legge) non farà: non fermerà il bullismo, la molestia o il revenge porn in Italia". In buona parte perché i grandi fornitori di servizi hanno server all'estero "e quelli con un ufficio vendite italiano possono semplicemente spostarlo piuttosto che rischiare una multa ogni volta che qualcuno insulta qualcun altro online". A tal riguardo è bene ricordare che le testate registrate invece sono obbligate ad avere i server in Italia.

"Ciò che invece farà è creare uno strumento per la censura facile, senza processi o sanzioni per gli abusi. Lo standard proposto è solo che la persona destinataria si senta offesa. Pensate agli abusi con le richieste di rimozione per copyright (copyright takedown): i servizi di hosting già ne ricevono milioni, più di quante ne possano valutare, così siamo arrivati a un sistema robotizzato che permette al ricco e potente di rimuovere abitualmente materiale che lo mette in cattiva luce".

"Lo standard creato dalla proposta di legge italiana permette la creazione di richieste puramente soggettive, nonché l'imposizione di multe enormi su quelli che le contestano come atti censori".

"Come ogni legge civile [...] favorisce ricchi e potenti, che possono permettersi un processo civile. [...]. Questa legge influenzerà pesantemente la voce degli interessi politici locali, e darà ai ricchi, ai potenti, ai criminali e ai corrotti un potere incontrollato sulla rimozione di materiale che non gradiscono - che sia veritiero oppure falso".