Analisi, temi, grafica

Un fumetto di grandi dimensioni che può soddisfare l'amante del genere fantascientifico quanto l'appassionato di Fantasy. Un'opera complessa e ricca di sfumature, con radici nella mitologia classica da cui germogliano soluzioni artistiche che hanno fatto scuola.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Temi

In un certo senso La Casta dei Meta-Baroni è un'opera sulla solitudine: quella del protagonista ovviamente, che una generazione dopo l'altra si isola sempre più dal resto dell'Universo, fino a trasformarsi in un essere unico, una sorta di semidio che non può sfuggire alla sua condanna. Ed è così che si inserisce un'idea di metamorfosi che non è quella kafkiana, ma ci somiglia abbastanza da risvegliare emozioni nel lettore che smuovono le interiora insieme a pensieri arzigogolati sulla natura dell'umanità.

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Jodorowsky poi riprende lo strumento dei rituali per arricchire momenti chiave quali la nascita del Meta-Barone, o la sua iniziazione che è anche Morte. Questo guerriero segue un codice, che prende il nome di Bushitaka, che rimanda ovviamente al bushido giapponese, e che fa della vittoria l'unico vero motivo dell'esistenza.

Ci sono le donne del Meta-Barone. Madre e compagna di vita, questa figura è determinante per la crescita dell'Eroe ma è anche uno scalpello che ne plasma le molte forme. C'è l'amore materno e c'è l'erotismo, ma c'è anche la forza della valchiria.

E c'è naturalmente la componente fantascientifica. Siamo ben lontani dai temi distopici di Dick o dalla raffinatezza letteraria di un Isaac Asimov, così come non si ritrovano tecnologie che plasmino la trama stessa. Ma è Fantascienza tutta l'ambientazione, in particolare grazie al contributo di Juan Gimenez: l'appassionato di Sci-Fi non può certa restare deluso da La Casta dei Meta-Baroni.

Grafica

L'argentino Juan Gimenéz è tra gli illustratori più amati del XX secolo, e magari sarà ancora ricordato con affetto alla fine del 21esimo. Prima di approdare alla collaborazione con Jodorowsky si era già fatto un nome, grazie anche a collaborazioni con la rivista francese Heavy Metal o con testate italiane come Skorpio o Lancio Story. La Casta dei Meta-Baroni, comunque, è senz'altro il fumetto che ha consegnato questo artista alla storia del fumetto.

Le sue tavole sono intensamente barocche, così ricche di dettagli da dare le vertigini, e sono l'elemento che più di tutto dà all'opera un aspetto fantascientifico. Proprio le macchine, il metallo piegato (e piagato), i riflessi di luce, i meccanismi alla vista danno alle immagini una rara potenza visiva.

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Elementi forti che abbracciano i personaggi, i cui corpi prendono vita grazie a contorni ricercati e ricchi di dettagli, linee decise, tratti definiti. I volti di questo fumetti bucano la pagina, i loro sguardi sono penetranti, i loro corpi imponenti.

Il colore completa le immagini rendendole vivide, pulsanti. In ogni tavola Gimenez non fa economia sulla tavolozza, dando quasi l'impressione di voler usare tutti i colori disponibili. Eppure c'è una costante oscurità, un gioco di ombre eterno che riesce a creare nell'osservatore un certo senso di angoscia.

La Casta Dei Meta-Baroni. L'Integra La Casta Dei Meta-Baroni. L'Integra
  

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Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicato alle opere culturali del passato. C'è un'opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli, faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a valerio@tomshw.it.