La Cina ci affosserà, se la UE condannerà Huawei e ZTE

Huawei e ZTE rischiano in Europa una condanna per dumping tariffario e si prospetta anche la possibilità di dazi sui prodotti cinesi. Pechino non è d'accordo è minaccia ritorsioni che potrebbero danneggiare le aziende europee che esportano in Cina.

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a cura di Dario D'Elia

La Cina ha minacciato ritorsioni contro l'Unione Europea, se Huawei e ZTE dovessero essere condannate per dumping tariffario. La questione è delicata e riguarda l'accusa nei confronti dei due colossi TLC di aver venduto sotto-costo numerosi prodotti. Un'operazione commerciale resa possibile da presunti sussidi erogati dagli stessi Stati membri e probabilmente anche dallo Stato cinese. Ora, il diritto internazionale è molto chiaro al riguardo: non si possono applicare prezzi di listino su un mercato estero inferiori a quelli del mercato di provenienza.

I concorrenti europei di Huawei e ZTE vorrebbero quindi restrizioni alle importazioni oltre che sanzioni. Il problema è che potrebbero esserci effetti collaterali sul mercato cinese, che rappresenta il bacino di sviluppo più interessante del mondo.

La Cina è pronta a reagire

"La Cina non vuole che questo equilibrio vincente venga danneggiato o alterato", ha dichiarato il portavoce del Ministro del Commercio Shen Danyang. "Per affrontare la grave situazione economica mondiale, pensiamo che Cina e Unione Europea dovrebbero migliorare la politica di coordinamento... e astenersi dall'utilizzare misure di protezione commerciale".

La reazione sopra le righe del Governo cinese si deve probabilmente alla recente decisione del Dipartimento del Commercio statunitense di imporre dazi tra il 31% e il 250% su produttori ed esportatori cinesi di vari settori, come risposta al dumping rilevato sui prezzi dei pannelli solari. Insomma, Pechino ha timore che anche l'Unione Europea possa decidere di alzare la voce sull'argomento.

Il problema è che lo stesso Vecchio Continente è il più importante fornitore di materia prima per la realizzazione dei pannelli cinesi. "Se la UE pone restrizioni sui prodotti fotovoltaici cinesi, danneggerà lo sviluppo delle aziende europee a monte e a valle della sua stessa industria fotovoltaica", ha aggiunto Shen Danyang. "Speriamo che la UE sia prudente (nel prendere ogni decisione)".

Effettivamente l'importazione cinese di queste materie vale circa 6,3 miliardi di dollari, e il 45% proviene sopratutto dall'Europa (Germania e Svizzera in testa).