La crisi di Governo congela l'asta delle frequenze TV

Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha confermato che una crisi di Governo sposterebbe l'asta delle frequenze TV al prossimo anno. Tremonti vedrebbe sfumare anche i 2,4 miliardi di euro che servono a coprire una parte del maxiemendamento.

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a cura di Dario D'Elia

La crisi del Governo Berlusconi potrebbe far saltare l'asta sulle vecchie frequenze televisive: l'Italia dovrebbe rimandare il tutto al prossimo anno. "Un'eventuale crisi di governo potrebbe sconvolgere tutti gli atti del Governo e, di conseguenza, fare slittare i tempi dell'asta per l'acquisto delle frequenze da liberare dopo il passaggio al digitale terrestre", ha dichiarato recentemente il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.

L'equilibrismo condiziona l'asta

Senza contare gli effetti sulla copertura della Finanziaria. Tremonti vuol sottrarre ai ricavi dell'asta circa 2,4 miliardi di euro, una cifra che molti considerano limite per il più roseo degli scenari. 

"2,4 miliardi di euro è una previsione e sarà il risultato di un'asta cui devono concorrere gli operatori delle telecomunicazioni […] l'augurio è che la cifra possa essere confermata  mentre i tempi di realizzazione potrebbero allungarsi di un anno", ha aggiunto Romani. "Abbiamo detto all'Unione Europea che eravamo in grado di anticipare la vendita di queste frequenze ma su procedure, regole e tempi aspettiamo l'authority".