La dimensione del sensore
Le fotocamere tradizionali usano un negativo per catturare le immagini, mentre quelle digitali usano un sensore, la cui dimensioni è importante per almeno due motivi.
- Più è grande il sensore, più spazio c'è per i pixel. I progettisti delle macchine fotografiche possono usare questo spazio per posizionare un numero maggiore di pixel, più spaziati e a loro volta più grandi. Più pixel significa maggiore risoluzione e quindi la possibilità di stampe e ingrandimenti di maggiori dimensioni. Con l'aumentare della grandezza e spaziatura dei pixel invece si riduce l'effetto rumore. Il rumore è un difetto dell'immagine, più o meno visibile a seconda delle impostazioni di scatto e delle condizioni, che si manifesta quasi sempre in forma di effetto granulare, pressappoco quello che nella fotografia con rullino si chiamava grana.
- In questo senso la tecnologia, negli ultimi due, tre anni si è molto evoluta e oggi la maggior parte delle reflex digitali può scattare foto con molto meno rumore rispetto a prima.
Fattore moltiplicatore dell'obiettivo
Gli obiettivi producono immagini circolari. Se una Reflex digitale ha un sensore full frame (ovvero delle dimensioni di una pellicola da 35 mm: 36 x 24 mm) può catturare l'immagine completa di un obiettivo progettato per un apparecchio 35 mm. Un sensore più piccole, con le stesse lenti, può catturare solo una parte dell'immagine completa. Questo fenomeno è quello che noi definiamo "ingrandimento dell'angolo di visione da parte del sensore" ma che è globalmente riconosciuto - non correttamente - come "moltiplicatore della lunghezza focale". Una DSLR con sensore 36 x 24 mm ha un ingrandimento di 1,0. Attualmente solo Canon produce alcuni modelli di reflex digitali con sensori di grandezza equivalente alle pellicole 35 mm. La maggior parte delle fotocamere invece ha un ingrandimento di 1,5x (Nikon, Fujifilm, Pentax e Sony) o di 1,6x (Canon). Quindi, per esempio, un ottica fissa 50 mm progettata per fotocamere a rullino 35 mm, su una reflex digitale con sensore inferiore al full frame si trasforma in un ottica fissa da 75 mm (1,5X) oppure 80 mm (1,6x).
Un sensore da 35 mm cattura tutto o quasi tutto il rettangolo contenuto nell'immagine circolare proiettata da un obiettivo progettato per una 35 mm. Un sensore più piccolo invece cattura solo una porzione del rettangolo, con l'effetto di zoom oppure con un angolo di visione ridotto.
Alcuni fotografi apprezzano questo effetto, che permette di trasformare obiettivi relativamente economici in costosi zoom. In realtà un obiettivo da 50 mm rimane tale a prescindere dall'effetto di ingrandimento. Per esempio, le focali da 80 a 100 mm sono ottime per i primi piani perché danno una prospettiva piacevole sui visi e hanno una profondità di campo relativamente limitata, che in qualche modo toglie importanza allo sfondo. Il problema sorge quando, per esempio, per un primo piano si usa un 50 mm, convertito da una digitale in 80 mm.
La foto sembrerebbe ok, ma in realtà prospettiva e profondità di campo non sono quelle di un 80 mm bensì rimangono quelle di un 50 mm, portando a un risultato diverso da quello desiderato.
L'ingrandimento dell'angolo di visione non solo aumenta la lunghezza focale degli obiettivi, ma riduce l'angolo di visione dei grandangoli. Una lente da 12 mm con un sensore digitale con fattore 1,5x avrà un angolo di visione risultante 18 mm. Sebbene 18 mm rimanga comunque un buon grandangolo, le foto saranno ben diverse dal particolare effetto che si può ottenere con un 12 mm.
C'è infine un grande vantaggio nei sensori ridotti delle DSLR. Siccome richiedono uno spazio d'immagine inferiore rispetto agli equivalenti 35, i produttori possono offrire obiettivi più piccoli, leggeri e meno costosi dedicati alle sole reflex digitali. Ci sono tantissimi di questi obiettivi sul mercato, e alcuni di loro hanno grandi prestazioni.