Come detto il gran vantaggio della Canon EOS 300D è il prezzo: un appassionato o un professionista che si accinge a spendere 800 euro per una fotocamera compatta di fascia alta, spenderà volentieri qualcosa in più per comprare la Canon.
Questo potrà portare nuova vita al mercato delle compatte, che sono comunque una scelta obbligata per chi desidera un prodotto che unisca qualità a leggerezza e portabilità.
Le fotocamera bridge (che integrano uno zoom normalmente non intercambiabile) sono in una posizione ancora più difficile. Le differenze tra apparecchi compatti e reflex sono chiare ed evidenti, e potremmo andare avanti ore a spiegare vantaggi e svantaggi degli uni e degli altri. Se volessimo tracciare una linea di demarcazione netta tra fotocamere bridge e reflex invece ci troveremmo in difficoltà. Gli apparecchi tradizionali bridge sono stati progettati come alternativa per "dilettanti" alle pesanti e ingombranti SLR (Single Lens Reflex, Reflex a lente singola). Con l'avvento della fotografia digitale le bridge hanno avuto nuova linfa, offrendo buone caratteristiche a prezzi ridotti. Soprattutto perchè il mercato delle SLR digitali era finora tutt'altro che variegato, con pochi modelli a prezzi esorbitanti.
Comunque le bridge non hanno ancora esalato l'ultimo respiro nel campo della fotografia "professionale". Grazie alla compattezza e alle lenti zoom versatili (spesso l'equivalenti di un 28-200 mm.) hanno ancora dei vantaggi. I prezzi sono un po' alti specialmente se confrontanti con la EOS 300D. Per esempio, la CF Dimage A1 di Minolta si vende a 1400 €. La DSC-F828 di Sony rimane l'unica vera concorrente grazie alla sua risoluzione record di 8 milioni di pixel e al design simile a quello di una SLR. Sarebbe interessante confrontarla con la 300D.