La fabbrica italiana degli F35 è pronta: a luglio si parte

A Cameri è praticamente terminato lo stabilimento per assemblare gli F35. Il prossimo 18 luglio partiranno i lavori per consegnare entro il 2015 i primi cinque velivoli. Intanto molti si domandano se sia davvero all'avanguardia, se costi troppo o se sia tardi per tirarsi indietro.

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a cura di Dario D'Elia

Lo stabilimento italiano che sfornerà i caccia F35 è quasi pronto. L'aereo militare più all'avanguardia, per alcuni, e più fallimentare, per altri, inizierà a essere assemblato a Cameri dal prossimo 18 luglio. Dietro al progetto ci sono Lockheed Martin e Alenia Aermacchi, società italiana controllata da Finmeccanica, oltre ad altri partner più o meno grandi.

"Non spetta a noi entrare nel merito delle polemiche che ci sono state in questi mesi, ci adeguiamo alle decisioni che la politica prenderà. Ma adesso il nostro compito è portare avanti questo progetto per le attività che sono già state contrattualizzate. Non si arriva a questo punto nel giro di due mesi...", ha spiegato il generale Giuseppe Lupoli, della direzione armamenti aeronautici, a La Stampa.

F35

Lo stabilimento è costato 700 milioni di euro ma il ritorno economico generato dalle vendite, dagli aggiornamenti, dall'indotto e dalla manutenzione dei velivoli è stimato in 14,6 miliardi di euro. Un affare, a quanto pare. "I vari governi che si sono succeduti hanno già investito 2,5 miliardi di dollari nel programma F35 se un domani dovessero prendere delle decisioni drastiche in senso contrario, quei soldi andrebbero persi", ha aggiunto Lupoli.

E quindi avanti con l'assemblaggio per consegnare i primi cinque F35 entro il 2015, come prevede uno dei contratti. Il tempo di avvitare l'ultimo bullone e saranno spediti negli Stati Uniti per l'addestramento dei piloti europei. Il sesto velivolo, previsto per il 2016, sarà il primo ad essere consegnato all'Italia.

"Il programma prevede di costruire 3mila F35 nei prossimi 15 anni per tutti i paesi partner. Ne sono già stati ordinati cento. Quello di Cameri sarà il secondo stabilimento per importanza produttiva nel mondo", ha concluso il generale.

"Assembleremo pezzi americani, inglesi, italiani e prossimamente turchi. A pieno regime, arriveremo alla capacità di 2 velivoli e 6 ali al mese. Se il programma andrà avanti, dopo la fase di produzione, ci sarà quella di manutenzione, riparazione e aggiornamento. Per un totale di 42 anni di lavoro garantito. Solo qui a Cameri mille addetti, senza contare l’indotto. Più di sessanta aziende coinvolte".

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Finmeccanica ha di che esserne felice, e in parte anche gli italiani che guardano al portafoglio perché il colosso è detenuto al 30% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Insomma, è un pezzo di Stato e se si decidesse di stracciare il contratto di sei anni firmato con Loockeed saremmo costretti a pagare "penalità operative, finanziarie e sociali". Le ragioni di chi sforbicerebbe volentieri il programma di acquisto, per motivi tecnici, ideologici o strategici, hanno tutte dignità ma i numeri sono chiari. Abbiamo ordinato 90 F35 dal costo medio di 65 milioni di euro. Possiamo permettercelo?

Secondo il generale Lupoli oggi abbiamo velivoli sono obsoleti e siamo obbligati a sostituirli per rimanere fuori da ogni operazione internazionale. Ok, ma cosa stiamo acquistando in verità? Il "depliant" dice che si tratta di un caccia monoposto, a singolo propulsore che vanta caratteristiche stealth. Insomma, dovrebbe essere "invisibile" al radar e agevolare le operazioni di supporto aereo ravvicinato, il bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea. Sono previste tre versioni: tradizionale, a decollo corto e a decollo verticale. Al momento sono disponibili due propulsori: il Pratt & Whitney F135 come principale e il General Electric/Rolls-Royce F136 per la versione STOVL ad atterraggio verticale.

Le interfacce di controllo sono di ultima generazione e basate su display "panoramic cockpit display (PCD)". Non manca il riconoscimento vocale e la visualizzazione di dati e funzioni direttamente sul vetro dell'elmetto. I comandi principali sono un joystick e una manetta per il controllo della spinta.

Gli F-35 saranno armati con un cannone interno a cinque canne GAU-22/A da 25 mm oppure con un pod esterno di minore potenza. Gli alloggiamenti interni consentiranno il montaggio di due missili aria-aria e due armi aria-terra o bombe. Ovviamente sono previsti anche piloni esterni per ampliare la dotazione di offesa, aumentare l'autonomia e potenziare le dotazioni elettroniche.