La fibra di Stato di Infratel resiste, il TAR fa scudo

Il TAR del Lazio ha respinto anche il ricorso di Fastweb ai bandi Infratel. Intanto il sottosegretario Giacomelli minimizza i rischi di indagine antitrust UE.

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a cura di Dario D'Elia

I bandi Infratel per il momento sono salvi: il TAR del Lazio ha respinto il ricorso di Fastweb e secondo il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli non ci sono rischi di infrazione da parte dell'Unione Europea.Il cammino dei primi bandi italiani per una fibra di Stato è irto di ostacoli, ma fino ad ora nessuno è riuscito a bloccarlo. Ci ha provato TIM, rivolgendosi al TAR, convinta che il regolamento sia stato congeniato per favorire Enel Open Fiber.

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Ha rilanciato Fastweb, sempre rivolgendosi al TAR, contestando il regolamento che vieta l'aggregazione di imprese dopo la fase di pre-qualificazione o con quelle escluse dalla qualificazione. Il TAR del Lazio ha respinto tutto.

Dopodiché qualche settimana fa TIM ha lanciato un altro guanto di sfida al progetto rivolgendosi alla Commissione UE e svelando l'intenzione di creare una società per sviluppare la rete in fibra nelle aree a fallimento di mercato.

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Antonello Giacomelli la settimana scorsa, a seguito della riunione del Comitato per la banda ultralarga (Cobul) a Palazzo Chigi, ha sostenuto che non vi sia nessuno rischio di infrazione per "aiuti di Stato".

"Il Cobul ha preso atto con soddisfazione del procedere dei lavori di attuazione del piano per la banda ultralarga e dei progressi dei bandi Infratel", ha dichiarato Giacomelli. "Non c'è nessun problema dalla duplicazione" con la newco di Telecom Italia, poiché le zone "sono state decise dal governo che è intervenuto in quelle lasciate libere dall'iniziativa degli operatori privati".

In effetti nel giugno 2016 Telecom Italia aveva espresso disinteresse per le aree bianche dei bandi, ma a fine dicembre ha cambiato idea segnalando un nuovo progetto di espansione. Il presidente di Infratel, Maurizio Decina, ha assicurato però che non si possono cambiare i bandi dopo che sono partiti e che sono fatte le assegnazioni.

Secondo molti addetti ai lavori, il progetto "aree bianche" di TIM sarebbe di contrasto più che davvero remunerativo. Insomma, una mossa per alzare un polverone il giorno che Open Fiber sarà pronta a noleggiare agli operatori le sue nuove reti in fibra. Da ricordare infatti che l'AGCOM ha studiato un regolamento tariffario ad hoc per i vincenti dei bandi Infratel e ne impone un altro a TIM per il mercato all'ingrosso. Questo scostamento a vantaggio per i primi diventerà tema di dibattitto per questioni di concorrenza.

A questo punto non resta che attendere l'esito del secondo bando che riguarda Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e della Provincia autonoma di Trento. L'assegnazione avverrà tra qualche mese.