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a cura di Tom's Hardware

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Ora, siccome qualcuno penserà che parlo per partito preso, lascio la parola a Isaac B. Singer, romanziere e premio Nobel per la letteratura nel 1978;  spiegando perché scriveva per bambini, egli elencava una serie di ottime ragioni che, a mio avviso, non riguardano soltanto loro:

  1. I bambini leggono libri, non recensioni. Per loro il giudizio dei critici non vale una cicca.
  2. Non leggono per cercare un'identità.
  3. Non leggono per liberarsi dai sensi di colpa, né per soddisfare la propria sete di ribellione, né per sbarazzarsi dell'alienazione.
  4. Non sanno che farsene della psicologia.
  5. Detestano la sociologia.
  6. Non cercano di capire Kafka e Finnegan's Wake.
  7. Credono ancora in Dio, nella famiglia, negli angeli, nei diavoli, nelle streghe, nei folletti, nella logica, nella chiarezza, nella punteggiatura e in altri simili vecchiumi.
  8. Amano le storie interessanti, non i commenti, non le guide alla lettura, non le note a piè di pagina.
  9. Quando un libro li annoia, sbadigliano senza scrupoli, senza alcuna vergogna o timore dell'autorità.
  10. Non si aspettano che il loro scrittore prediletto redima l'umanità. Giovani come sono, capiscono che egli non ha questo potere. Solo gli adulti hanno illusioni così infantili.

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Il fatto è che Singer scriveva soprattutto per adulti, ed era arciconvinto che il lettore voleva semplicemente che gli si raccontasse una storia, niente di più ma neanche niente di meno.