La macchina fotografica che vede oggetti dietro gli angoli

Esaminando come sono riflessi gli impulsi laser è possibile rappresentare oggetti nascosti dietro degli ostacoli. Ecco l'ingegnosa soluzione del MIT, che potrebbe avere importanti applicazioni nel caso di emergenze, nella sicurezza stradale o in medicina.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Il Media Lab del MIT, il famoso Massachussetts Institute of Technology, ha realizzato un prototipo di "macchina fotografica" - le virgolette in questo caso sono d'obbligo - in grado di fotografare oggetti che a occhio nudo non sono immediatamente visibili perché nascosti da un muro o comunque da un qualche ostacolo.

Il sistema sviluppato dal MIT non è in grado però di "vedere" attraverso gli ostacoli: funziona solo se in qualche modo la "luce" può aggirarli passando attraverso, ad esempio, una porta o una finestra aperte. È in sostanza il principio del periscopio, solo che in questo caso non ci sono specchi a riflettere la luce visibile ma si sfrutta la capacità che un certo particolare tipo di luce laser ha di essere riflessa anche da oggetti solidi come, appunto, i muri.

La "scena" di test assemblata dal MIT Media Lab: il manichino è coperto da un "muro", gli impulsi laser rimbalzano sulla piccola parete visibile a destra

Il prototipo realizzato dal MIT Media Lab si basa su impulsi di luce laser che hanno la durata brevissima di un femtosecondo (un milionesimo di miliardesimo di secondo). Questi vengono emessi da una sorgente in modo tale che, rimbalzando contro elementi della scena "inquadrata", arrivino a colpire l'oggetto che si sa essere nascosto ma che si vuole rappresentare. Da tale oggetto gli impulsi rimbalzano nuovamente indietro, ripercorrendo il percorso in senso inverso, e sono poi raccolti da particolari sensori.

Questa operazione viene compiuta decine di volte "sparando" impulsi laser con varie angolazioni e valutando di volta in volta il tempo impiegato da ciascuno per ritornare ai sensori. Un computer combina tutte le valutazioni ed è in grado di dare una rappresentazione approssimativa tridimensionale di cosa si nasconde dietro l'ostacolo.

L'immagine del manichino ottenuta con gli impulsi laser, simile a una termografia

La rappresentazione è grossolana, come si vede anche nelle immagini pubblicate dal MIT Media Lab, ma è sufficiente per gli scopi a cui questo sistema viene collegato. Le applicazioni pensate dal MIT Media Lab infatti riguardano le emergenze (ad esempio una squadra di pompieri potrebbe capire se in una stanza di un edificio in fiamme c'è ancora qualcuno anche solo inquadrandola attraverso una finestra aperta), la sicurezza stradale (un'automobile potrebbe mostrare cosa c'è dietro una curva facendo rimbalzare impulsi laser sugli edifici circostanti), gli impieghi di polizia o militari (poter esaminare la posizione di persone ostili nascoste alla vista) e la medicina (con nuove forme di indagine endoscopica).

Combinando molti impulsi laser si arriva a una visualizzazione tridimensionale di massima del manichino, approssimativa ma sufficiente per alcune applicazioni.

Tutte applicazioni in cui la precisione nei dettagli può passare in secondo piano rispetto alla semplice rilevazione se ci sia o meno qualcuno o qualcosa nascosto alla vista.