La mappa del cervello umano più precisa di tutti i tempi

Il cervello umano è ancora pieno di misteri ma la nuova mappa sarà di grande aiuto in medicina e in chirurgia, oltre che per la ricerca pura. Potrebbe rivelarsi utile anche nello sviluppo di intelligenza artificiale.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'emisfero sinistro è la razionalità, quello destro la creatività. Quante volte abbiamo sentito questa semplicistica descrizione del cervello, e quanti la ritengono una verità scientifica? Eppure è abbastanza ovvio che il cervello umano è molto più complicato di così. Tanto complicato che sappiamo ancora pochissimo su come funzioni, o su come riesca a farlo assorbendo così poca energia.

Una nuova, preziosa informazione arriva ora dal progetto Human Connectome, dal quale arriva la mappa del cervello umano più precisa mai realizzata prima. Grazie a scansioni speciali su oltre 1.200 persone i ricercatori (Washington University School of Medicine in St. Louis, WUSTL) sono riusciti a individuare ben 180 diverse aree per ogni emisfero – solo di alcune si è compresa la funzione specifica. Ognuna di esse, poi, probabilmente si può ulteriormente dividere in zone più specifiche.

È un passaggio fondamentale per la ricerca in molti ambiti, per la biologia, la psichiatria e la medicina in generale, ovviamente, ma anche per tutte quelle tecnologie che guardano al nostro cervello come fonte di ispirazione. Comprendere meglio come funziona, ci aiuterà a imitarlo con un po' più di efficacia.

La mappa è stata ottenuta con scansioni MRI ottenute da macchinari realizzati ad hoc e ci offre un panorama inedito della corteccia cerebrale – l'area più esterna del cervello. Ognuna delle 180 aree è stata individuata in virtù di reazioni specifiche a certi stimoli (calcolo matematico, ascolto di storie, etc.).

"Il cervello non è come un computer che possa eseguire un qualsiasi sistema operativo e un qualsiasi software", ha commentato il coordinatore della ricerca David Van Essen. "Piuttosto il software – come funziona il cervello – è intimamente legato alla struttura del cervello, diciamo l'hardware. Se vuoi capire ciò che il cervello può fare, devi capire com'è organizzato e interconnesso".

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Questa nuova mappa è l'evoluzione più significativa, ma non l'unica, rispetto a quella creata dal tedesco Korbinian Brodmann all'inizio del XX secolo. Un lavoro che è usato ancora oggi ma che si è rivelato inadeguato per Matthew Glasser della WUSTL, che studia il cervello in relazione alle attività linguistiche e che ha lavorato fianco a fianco con Van Essen. "È diventato subito ovvio", ha commentato Glasser, "che ci serviva un modo migliore di mappare le aree nei cervelli viventi che stavamo studiando".

Ad accrescere il valore di questa ricerca c'è un algoritmo che permette di adattare questa nuova mappa a ogni individuo, nonostante le differenze piccole e grande che caratterizzano ognuno di noi.