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a cura di Saverio Alloggio

Il mercato della musica in streaming continua a trainare l'intero settore discografico a livello globale, Italia inclusa. È quanto emerge dal Global Music Report 2018 di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), che ha posto la lente d'ingrandimento su questo particolare mercato, restituendo una fotografia davvero signiticativa.

Per quanto riguarda il mercato discografico nel suo complesso, nel 2017 si è verificato un aumento dei ricavi dell'8,1% (17,3 miliardi di dollari in tutto il mondo). In questo andamento, la musica in streaming ha recitato un ruolo da assoluta protagonista, con una crescita su base annua del 41,1%, che ha di fatto compensato le perdite registrate dai supporti fisici (-5,4%) e dai download digitali (-20,5%).

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La musica in streaming ha ormai un peso sulle entrate del settore discografico pari ai 38,4%. Seguono al secondo posto i supporti fisici con il 30%, mentre il terzo gradino del podio è occupato dai formati digitali con il 16%. I diritti relativi alle performance della artisti hanno invece un peso del 14%, mentre quelli derivanti dall'utilizzo dei brani nelle pubblicità, film, videogiochi e programmi TV del 2%.

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La situazione in Italia segue fondamentalmente la tendenza a livello globale. Nel nostro Paese, nel primo trimestre del 2018, la musica in streaming ha registrato una crescita su base annua del 67,5%. In generale, osservano i grafici di evoluzione dal 2013, appare evidente come questa modalità di fruizione dei contenuti discografici abbia vissuto un vero e proprio exploit, soppiantando definitivamente i supporti fisici e i download digitali.

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Al netto delle contraddizioni dei vari servizi di streaming musicale, attorno alle quali c'è un ampio dibattito aperto anche da parte degli artisti, appare evidente come gli utenti preferiscano sempre più queste modalità di fruizione dei contenuti. In tutto questo, dopo 15 anni in calo, il mercato discografico è ormai in crescita da 36 mesi.


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