La PA ci affoga in un mare di carte digitali

La pubblica amministrazione tenta di modernizzarsi, ma si vede arrivare una nuova frittata. Tante carte divese, una per istituzione, e quasi nessuna interoperabilità.

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a cura di Pino Bruno

Qualè lo strumento più adatto per fornire servizi on line ai cittadini? La Carta d'identità elettronica oppure la Carta Nazionale dei Servizi? In alcune città si punta sulla prima, in altre sulla seconda, con un risultato grottesco: ogni cittadino, per muoversi agevolmente sul territorio nazionale e interagire con le singole pubbliche amministrazioni, dovrebbe avere in tasca Carta di Identità Elettronica, Carta Nazionale dei Servizi e Tessera Sanitaria, usandone una, o il tris completo, a seconda dell'occasione. L’unico effetto prodotto è quello di allontanare il cittadino dall’innovazione. Insomma, e-Government all’italiana.

Ho in tasca la mia seconda CIE, che ho rinnovato dopo che la prima era scaduta: c’è la mia foto, la mia impronta digitale e un microchip. Vuoto. Inutile. La mia città, Bari, non eroga alcun servizio; la mia regione, Puglia, non eroga alcun servizio. Sul sito ufficiale della CNS leggo però che la Regione Puglia  è tra le "amministrazioni che hanno aderito al contratto quadro emettendo le CNS per accedere ai propri servizi online". Quali? Qui si fa tutto a mano e in coda.  

Il decreto "mille proroghe" posticipa il momento in cui la carta elettronica dovrà diventare lo strumento unico per dialogare con la PA, ma c'è da scommettere che entro Natale ci sarà un'ulteriore proroga, e poi un'altra, e un'altra, fino a che non potremo riempirci una stanza.

La modernizzazione, digitalizzazione, della pubblica amministrazione, intanto, segue canali conosciuti: decine di commissioni, forse centinaia d'incaricati, per discutere di tutto e di niente. E nessuno sa dirci quanto ci costano.

Non sono proprio riuscito a comprendere perché i servizi on line della pubblica amministrazione debbano viaggiare su così tanti binari che portano ad una sola meta. Una spiegazione ci sarebbe: tanti progetti sovrapposti significano tanti soldi spesi. La CIE dipende dal Ministero dell’Interno, la CNS è un’emanazione del CNIPA, che fa capo al Ministero per l’Innovazione, la Tessera Sanitaria è gestita dalle regioni e quindi dalle aziende sanitarie locali. E’ evidente che queste amministrazioni non dialogano molto tra loro, ma d'altra parte se lo facessero correrebbero il rischio di farci risparmiare qualcosa.

CIE e CNS sono state individuate come strumenti di semplificazione del rapporto tra P.A. e cittadini. Succede il contrario. Stupiti?

Ringraziamo Pino Bruno per l'articolo.