La pirateria paga milioni di dollari agli Iron Maiden

Gli Iron Maiden hanno cercato i pirati e sono andati a suonare per loro, facendo il tutto esaurito.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli Iron Maiden sono andati a fare concerti per la gente che pirata i loro dischi, e ci hanno guadagnato milioni di dollari. La band britannica ha così dimostrato ancora una volta che la pirateria non danneggia il business musicale ma può anzi essere una risorsa – in questo caso preziosissima.

Sì perché la band ha fatto tutto con precisione: prima hanno indagato per sapere in quali paesi si concentrava il maggior numero di pirati, e poi hanno organizzato un tour di concerti proprio in quei luoghi. Avrebbero potuto ricorrere agli avvocati, ma di certo non ci avrebbero guadagnato le stesse cifre, né si sarebbero divertiti altrettanto.

Il Metal classico degli Iron Maiden, svelano i dati sulla pirateria, può contare su molti appassionati in Brasile, dove se ne sono contati oltre 450.000. Il secondo paese in classifica è l'Italia, e nel nostro paese infatti i concerti del gruppo hanno sempre un grande successo. In generale comunque per Bruce Dickinson e compagni l'America del Sud è una destinazione preferenziale – come per moltissimi altri artisti, d'altra parte.

Tutti gli altri artisti e le persone coinvolte nel business della musica dovrebbero prendere questa storia a esempio: in caso di concerto, andare a casa dei "pirati", che saranno ben felici di pagare biglietto e merchandising.

"Se sai cose genere il coinvolgimento, puoi dare il massimo valore ai tuoi fan. Gli artisti possono dire qui ci piratano, facciamo qualcosa, oppure possono dire qui siamo popolari, facciamo un concerto", ha commentato Gregory Mead, AD e fondatore della società Musicmetric - che per gli Iron Maiden ha svolto le indagini statistiche. Anche il numero di follower su Twitter, comunque, ha aiutato a decidere dove tenere i concerti.