La plastica Terminator: le spari e si rimargina

Una nuova ricerca punta a realizzare un materiale plastico autorigenerante.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La plastica autoriparante è ormai una nostra vecchia conoscenza, che ritroviamo anche in alcuni prodotti commerciali (LG G Flex): se lo smartphone si graffia, il materiale si ripara da solo. Se però il danno è più grosso bisogna tenerselo, ma solo per ora. All'Università dell'Illinois hanno infatti realizzato un tipo di plastica che si autoripara anche se le spariamo.

Ebbene sì, nemmeno un foro di proiettile può fermare questa nuova plastica miracolosa, sviluppata dal professor Jeffry Moore, sotto la guida di Scott White. Lo scienziato descrive la propria scoperta come "un materiale inanimato e sintetico che si ripara in modo simile a come ricrescono i sistemi viventi".

Un materiale che potrebbe essere interessante per piccoli dispositivi portatili ma soprattutto in altri contesti, come per esempio i paraurti delle auto. Soprattutto però potrebbe servire laddove eseguire una riparazione a mano è particolarmente difficile: nello spazio per esempio, ma anche in tanti altri contesti.

Per realizzarlo gli scienziati hanno usato un approccio noto come "vascular delivery". Come il nome fa intuire c'è un sistema circolatorio dentro alla plastica, dove gira del materiale liquido. In questo caso si tratta di due sostanze chimiche che a contatto con l'aria formano un gel prima e induriscono poi, riparando il danno. L'effetto non è poi così diverso da quello del T1000 visto in Terminator 2

In altre parole questa plastica sanguina se ferita, e il sangue si coagula rimarginando il danno, compreso il foro lasciato da un proiettile da nove millimetri. Nell'esperimento il liquido veniva inserito in tempo reale nel sistema circolatorio, ma l'idea è di realizzare materiali già "pieni", e quindi capaci di autoripararsi.

"Per la prima volta abbiamo mostrato che è possibile rigenerare materiale perso in un polimero strutturale. Questo è l'aspetto chiave", ha commentato il prof. White. "Prima di questo studio se si tagliava un pezzo di materiale, andava perso. Ora abbiamo mostrato che può ricrescere".