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a cura di Elena Re Garbagnati

Si fa tanto parlare di turismo spaziale, e la Luna in quest'ottica sembra la candidata ideale per il battesimo spaziale. "La Luna è un pezzo di terra" (cit. Giovanni Bignami) apparentemente innocuo, che sembra l'ideale per "iniziare" visto che non ci sono minacciose piogge acide venusiane o geyser, e non ci si arrostisce per il caldo. Però una minaccia c'è: la polvere lunare.

Che potesse essere fastidiosa si era già capito durante la missione dell'Apollo 17, quando l'astronauta statunitense Harrison Schmitt ebbe una reazione simile alla febbre da fieno, con occhi lucidi, gola irritata e starnuti. Schmitt aveva partecipato a una passeggiata lunare, e rientrato nel modulo di comando Challenger probabilmente aveva accidentalmente respirato qualche particella della polvere lunare che si era depositata sulla tuta spaziale e gli stivali.

La cosa finì lì, ma uno studio pubblicato nel numero di aprile della rivista GeoHealth svela che quella "reazione" non ha nulla a che vedere con un'allergia. A seguito di ripetuti e approfonditi test di laboratorio è emerso che le particelle più sottili di polvere lunare costituiscono un potenziale rischio per la salute. Per essere più precisi, una manciata di polvere lunare sarebbe abbastanza tossica da uccidere potenzialmente fino al 90% delle cellule polmonari e cerebrali esposte. Altro che il lato oscuro della Luna!

Prima di creare falsi allarmismi meglio precisare che Schmitt è tuttora vivo e vegeto, nonostante sia venuto a contatto con la polvere lunare nel 1972, quindi non parliamo di un veleno simile all'arsenico o al cianuro!

Come spiegano le fonti, gli effetti potenzialmente dannosi dell'inalazione di polvere lunare sono dovuti principalmente a due elementi: clima e composizione della polvere lunare. Riguardo al primo, sulla Luna non soffia il vento, quindi gli strati di polvere depositati sul suolo non si erodono mai; a questo si aggiunga che la polvere tende a "galleggiare" nell'aria perché la forza di gravità sulla Luna è un sesto di quella terrestre, e perché il nostro satellite non beneficia dell'atmosfera che lo protegge dal costante bombardamento di venti solari e delle particelle cariche che trasportano.

Questo ha come conseguenza che il suolo lunare può caricarsi elettrostaticamente, e "questa carica può essere così forte che le particelle depositate sul suolo effettivamente 'levitino' sopra alla superficie lunare". Così facendo è piuttosto facile che la polvere si depositi nelle pieghe della tuta spaziale e venga trasportata all'interno degli alloggi.

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Sul fronte della composizione, i granelli di polvere lunare sono in gran parte il prodotto degli impatti di micrometeoriti sulla superficie. Le particelle che ne derivano sono quindi affilate e abrasive, e possono facilmente "tagliare" le cellule polmonari di un astronauta se respirate troppo profondamente.

Lo studio

Per calcolare i fattori di rischio derivanti dall'aspirazione di polvere lunare, gli scienziati della Stony Brook University di New York hanno impiegato cinque materiali terrestri per cercare di simulare nella maniera più verosimile possibile la polvere che si trova in varie parti del terreno lunare. Fra questi della cenere vulcanica proveniente dall'Arizona, della polvere ottenuta da una colata lavica in Colorado e una polvere vetrosa, prodotta in laboratorio e progettata dallo U.S. Geological Survey, che si impiega proprio negli studi sul suolo lunare.

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I ricercatori hanno misurato gli effetti della polvere lunare sugli organi umani mettendo a contatto i campioni direttamente con cellule polmonari umane e cellule cerebrali di topi. Ciascun campione è stato impiegato in tre diversi gradi di granulosità, dei quali il più fine era largo pochi micrometri (meno della larghezza di un capello umano).

Dopo 24 ore i campioni avevano causato un certo grado di mortalità delle cellule cerebrali e polmonari, ma quelli più letali sono stati i campioni a grana fine, che hanno ucciso fino al 90 percento delle cellule a cui erano stati esposti. Le cellule che sono sopravvissute avevano comunque riportato danni al DNA che potrebbero portare a sviluppare tumori o malattie neurodegenerative.

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La morale non è che l'uomo debba stare alla larga dalla Luna, ma che nell'ottica esplorativa si dovrà tenere ben presente i rischi derivanti dall'inalazione di polvere lunare, e prendere le corrette precauzioni per evitarla. La NASA ne è ben cosciente, tanto che sta sviluppando diversi metodi per abbassare la soglia di rischio, a partire da superfici realizzate usando materiali elettricamente carichi che con l'azione della corrente riescano ad eliminare la polvere depositata su di essi. I test condotti in laboratorio e sulla ISS hanno dimostrato che l'idea funziona; è da vedere se si riuscirà a replicare uno scudo simile sulle tute spaziali.  


Tom's Consiglia

Se state pianificando con largo anticipo un viaggio sulla Luna procuratevi almeno una mascherina antipolvere lavabile