La Rai si rivolge al Tar perché vuole l'aumento del canone

La Rai ha deciso di rivolgersi al Tar del Lazio per ottenere l'aumento previsto dalla legge Gasparri. A dicembre l'ex ministro Zanonato bloccò il rincaro automatico.

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a cura di Dario D'Elia

Rai alla fine ha deciso di rivolgersi al Tar del Lazio per il mancato aumento del canone. La vicenda è nota. A dicembre l'ex ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato annunciò la sospensione dell'adeguamento automatico del canone - come preverebbe la legge Gasparri per recuperare l'inflazione programmata.

Canone Rai

Ai tempi sembrava non vi fossero attriti con Via Mazzini, poiché l'intenzione del ministro era di fornire un "contributo fattivo e concreto" per il recupero dell'evasione. "I numeri parlano chiaro. Aumentare il canone dell'un per cento, circa un euro e mezzo in più (ora è a 113 euro e 50, NdR.), vorrebbe dire incassare 30-35 milioni. Ma l'evasione è arrivata a ben 450 milioni, il 25 percento del totale incassato dalla Rai. Un'enormità", spiegò ai tempi.

Adesso però la crisi di Governo, l'avvicendamento dei ministri e l'incognita Renzi devono aver convinto la Rai a reagire. I dirigenti sono convinti che il rincaro del canone sia un atto dovuto. L'Ufficio Legale sostiene che il ricorso è "doveroso […] per la tutela degli interessi dell'azienda". Le motivazioni dell'ex-ministro sarebbero "non conformi alle norme in materia" come indica "il Testo unico sulla radio televisione".

Insomma, la legge prevede l'obbligo di correzione al rialzo per recuperare l'inflazione e fornire le risorse necessarie per lo sviluppo tecnologico. Italiani zitti e mosca.