La rete in fibra di Stato si può fare con ENEL

Cablare l'Italia in fibra sfruttando la rete elettrica di ENEL è un progetto che piace molto al Governo e che potrebbe sbloccare lo sviluppo nazionale.

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a cura di Dario D'Elia

Tutti gli italiani, anche quelli residenti nelle aree a fallimento di mercato, potrebbero finalmente avere una rete in fibra direttamente in casa grazie all'ENEL. Il progetto di sviluppo, balzato agli onori della cronaca ad aprile, piace al Governo. Come riporta oggi La Repubblica, la strategia di sfruttare le infrastrutture esistenti per il trasporto dell'energia come veicolo di diffusione della fibra potrebbe rimettere in mano allo Stato l'asset più strategico del prossimo futuro.

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Dove c'è Enel può esserci fibra

Oggi l'ENEL è la società italiana quotata in Borsa con il più alto numero di azionisti (1,1 milioni): il maggiore è il Ministero dell'Economia e delle Finanze con il 25,5% del capitale. Darle la possibilità di accedere a buona parte di quei 6,5 miliardi di euro previsti per il piano banda ultra-larga permetterebbe di cablare l'intero paese in fiber-to-the-home o fiber-to-the building.

Di fatto Palazzo Chigi potrebbe giocare la carta ENEL per tirare fuori l'Italia dall'impasse creato da Telecom Italia, Metroweb e gli altri operatori. L'ex-monopolista al momento sta procedendo per la sua strada, il progetto Metroweb è in standby, non si riesce a trovare un accordo per lo sviluppo comune.

Telecom e Fastweb sostengono che grazie all'adozione del fiber-to-the-cabinet e nuove tecnologie come VDSL Enhanced e G.Fast si potranno raggiungere anche i 500 Mbps senza mettere mano al rame nelle case. Però la prospettiva non piace a tutti, anche perché l'Agenda Digitale prevede entro il 2020 i 100 Megabit per il 50% della popolazione. I numeri nel tempo potrebbero tornare ma attualmente gli investimenti si stanno concentrando soprattutto nelle aree più competitive. Una grande fetta del paese sembra essere destinata a tenersi ADSL scadenti oppure affidarsi alle reti mobili 3G e 4G (le torri devono comunque disporre di accessi fibra).

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La prima mossa dell'ENEL è stata compiuta: ad aprile è stata recapitata al Garante delle Comunicazioni una lettera di intenti. "Enel possiede un'infrastruttura esistente, costituita da reti di tipo aereo e cabine di distribuzione in grado di ospitare cavi in fibra ottica", si legge nel documento. Se non vi saranno obiezioni l'affiancamento dei cavi in fibra a quelli elettrici – sia nel sottosuolo che sospesi – potranno iniziare.

In verità Tom's Hardware può confermarvi che la sperimentazione con qualche operatore è già iniziata. Non abbiamo ricevuto conferme ufficiali ma è bastato scambiare due chiacchiere con i tecnici specializzati che se ne stanno occupando per capire che davvero potranno essere raggiunti luoghi impervi.

Ovviamente ENEL non potrà mai costruire una rete alternativa a quelle esistenti, quindi il suo contributo sarà sinergico con esse. Si pensi anche a Infratel, la società del ministero dello Sviluppo Economico creata per lo sviluppo della fibra.

La ristrutturazione del settore TLC potrebbe essere estesa anche a quella del segmento radiotelevisivo. Si parla infatti della possibilità per Rai Way – proprietaria delle torri di trasmissione RAI – di consorziarsi con Ei Towers (Mediaset) e Abertis (proprietaria delle torri di Wind).

Aggiornamento. "La BandaUltraLarga è obiettivo strategico. Non tocca a Governo fare piani industriali. Ma porteremo il futuro presto e ovunque", ha twittato il Premier Renzi pochi minuti fa.