La rivoluzione del tessile hi-tech, altro che smartphone

Un gruppo di ricercatori sta sviluppando un tessuto double-face capace di proteggere dal freddo e dal caldo. Nei prossimi 12 mesi l'industria sarà rivoluzionata dall'avvento di nuovi materiali.

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a cura di Dario D'Elia

L'abbigliamento del futuro sarà in grado di proteggerci sia dal caldo che dal freddo grazie a tessuti double-face ad alte prestazioni. Un gruppo di ricercatori della Stanford University ha pubblicato sulla rivista Science Advances i dettagli di un progetto di ricerca riguardante un nuovo tipo di tessuto reversibile capace di riscaldare il corpo da un lato e rinfrescarlo dall'altro. Il tutto senza impiegare una fonte energetica esterna.

Il nuovo materiale tessile è realizzato con una tipo di polietilene abbinato a carbonio e rame. Per ridurre la temperatura e quindi disperdere calore più velocemente bisogna indossare il capo con lo strato di carbonio esterno; per rimanere caldi invece si indossa con lo strato di rame in esterno. In pratica impiegando pelle artificiale per i test, i ricercatori hanno dimostrato che con una temperatura superficiale di 31° affidandosi al tessile tradizionale questa sale a 36.9° mentre con il nuovo materiale si ottiene 33.8° in modalità rinfrescante e 40.3° in quella riscaldante.

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Semplicemente sfruttando la reversibilità si ha un range di 6.5° di differenza. Questo vuol dire di conseguenza che le variazioni percentuali (anche del 10%) possono incidere sulla riduzione dei costi energetici dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento indoor.

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"Il mantenimento della temperatura del corpo umano è uno dei bisogni fondamentali per la vita, che spesso richiede il consumo di un'enorme quantità di energia per mantenere costante la temperatura ambiente", si legge nell'abstract della ricerca. "Per ampliare l'intervallo di temperatura ambiente, mantenendo comunque la comodità termica umana, il concetto di gestione termica personale è stato recentemente dimostrato nel settore del riscaldamento e del raffreddamento dei tessuti separatamente attraverso il controllo del radiazioni a raggi infrarossi del corpo umano".

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Le caratteristiche asimmetriche del tessuto di fatto possono valere non solo per l'uomo ma anche per gli wearable del futuro. Non resta che attendere prossimi sviluppi e i primi campioni industrializzabili.

Tessuti hi-tech nel fashion

Ma ci sarebbe mercato per qualcosa di simile? Probabilmente sì considerata la rivoluzione che investirà nei prossimi 12 mesi il mondo del fashion e che il settore globale dell'abbigliamento ormai vale 3.000 miliardi di dollari (Fonte: Fashion United) - quasi 8 volte quello smartphone (Fonte: Statista).

Salvatore Ferragamo presenterà foulard realizzati con fibre di arancia dell'italiana Orange Fiber, mentre Stella McCartney renderà disponibili capi confezionati con seta di laboratorio della californiana Bolt Threads. Nello specifico si parla di proteine - analoghe a quelle usate dai ragni - iniettate in lievito e zucchero per ottenere un processo di fermentazione che genera una sorta di seta liquida. Questa viene poi trasformata in fibra grazie a un processo di filatura bagnato.

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Ferragamo - Orange Fiber

La giapponese Spiber ha un accordo con North Face per qualcosa di simile. Lo stesso vale per AMSilk e Adidas. Ananas Anam ha convinto il marchio Edun (LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton) a realizzare capi con il suo Piñatex, un similcuoio ottenuto dalle fibre di foglie di ananas. MycoWorks invece ha sviluppato un sostituto della pelle partendo dal micelio dei fughi. Vitro Labs sta sviluppando pelli e pellicce alternative partendo da cellule staminali.

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Sneaker in Piñatex

"Karl Lagerfeld dice che dovremmo realizzare cose che sono inimmaginabili", ha commentato Hubert Barrère, direttore creative di Lesage. "La creatività è essere in sintonia con il tuo tempo".