La Russia snobba la ISS? Washington farà tutto da sola

La Russia conferma di non voler proseguire l'impegno sulla ISS dopo il 2020, gli Stati Uniti valutano la possibilità di portare avanti da soli il progetto. Intanto Elon Musk assicura: niente trampolino per gli astronauti, ci pensa SpaceX a portarli in orbita.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Russia e Stati Uniti stanno cercando di capire cosa ne sarà della Stazione Spaziale Internazionale ora che la cooperazione internazionale vacilla a causa della crisi Ucraina. Finora i costi di gestione dell'avamposto spaziale sono stati ripartiti fra gli attori coinvolti, soprattutto USA e Russia.

A due giorni dalla reazione russa alle sanzioni di Washington per la questione Ucraina arrivano le prime riflessioni a freddo. L'unico dato certo è che la Russia ha ufficialmente respinto la proposta statunitense di proseguire con le sperimentazioni a bordo della ISS fino al 2024: intende abbandonare la Stazione nel 2020 com'era stato programmato. Poi svilupperà programmi spaziali indipendenti rispetto agli USA, che definisce "un partner inaffidabile".

Astronauti al lavoro nello Spazio

Le altre per adesso sono solo minacce, ma che destano molta preoccupazione. Soprattutto quella della fine dei "passaggi" agli astronauti statunitensi con la navicella russa Soyuz, l'unica attiva dopo lo smantellamento del programma Shuttle e fino a quando non saranno completati i test con i veicoli statunitensi allo studio. Se i russi vietano agli astronauti a stelle e strisce di salire sulla Soyuz gli Stati Uniti saranno bannati dalla ISS?

Il tweet di Rogozin

Probabilmente la risposta sarà "no". Il perché lo si legge in un tweet di Elon Musk, patron di SpaceX, in risposta alla pungente battuta del vice primo ministro russo Rogozin, secondo cui "agli Stati Uniti servirà un trampolino per arrivare sulla ISS". "Non ci sarà bisogno di alcun trampolino" scrive Musk, che vede l'occasione per ricevere una forte spinta finanziaria per mettere in pista la sua navicella Dragon Mk 2 prima del previsto. Il suo è stato uno dei tweet con maggiore eco quel giorno, a conferma che probabilmente i cittadini statunitensi intravedono la chance di un vantaggio per la loro economia interna, oltre a una concreta possibilità per sganciarsi di quello che sta diventando un partener scomodo.

Elon Musk promette che porterà gli astronauti in orbita

Un partner che reputa di poter fare tutto da solo, e che per dimostrarlo ha annunciato, contestualmente alla rappresaglia, un aumento dei finanziamenti a Roscosmos a 1,8 triliardi di rubli (52 miliardi di dollari) per modernizzarsi ed espandersi entro il 2020. Una prova di forza sulla cui sostenibilità in molti hanno dubbi, visto che a quanto pare le sanzioni di Washington rischiano di spingere l'economia russa sull'orlo della recessione.

Intanto la NASA si fa i conti in tasca per valutare la possibilità di gestire la ISS fino al 2024 senza l'appoggio russo: un costo non indifferente, ma che un Paese in ripresa economica potrebbe anche affrontare. Pare chiaro comunque che per entrambe le parti un'eventuale divorzio avrebbe più svantaggi che vantaggi: speriamo che basti per far chiudere tutto con un nulla di fatto.