La sonda Curiosity è su Marte, ecco come fotograferà

Il rover della NASA Curiosity è atterrato su Marte senza problemi, uno dei suoi compiti è scattare fotografie e registrare video del Pianeta Rosso in maniera molto più dettagliata dei suoi predecessori

Avatar di Francesco Pignatelli

a cura di Francesco Pignatelli

Alle 7.32 di questa mattina, ora italiana, la sonda americana Curiosity è atterrata con successo su Marte, iniziando una nuova fase di esplorazione del Pianeta Rosso che, nelle intenzioni della NASA, potrebbe anche durare anni. Curiosity è un "rover" come lo sono i suoi predecessori già molto noti Spirit e Opportunity, che sono su Marte dal lontano 2004, ma rispetto a loro è letteralmente di un'altra generazione ed è stato potenziato sotto molti aspetti. Uno di questi è legato alla parte fotografica: Curiosity è dotato di molti strumenti che servono a catturare vari tipi di immagini o video.

Una resa "artistica" di Curiosity sul suolo marziano

Ciò che assomiglia più da vicino al concetto di fotocamera digitale classica è il modulo MastCam: comprende due fotocamere digitali affiancate e posizionate sulla "testa" del rover, alta circa due metri. Le fotocamere hanno una focale fissa di circa 100mm equivalenti, catturano immagini a 1.600 x 1.200 pixel e hanno una definizione che, secondo la NASA, permette di identificare oggetti di 5 centimetri distanti 300 metri.

L'uso di due fotocamere affiancate permette di generare a bordo immagini stereo, e non solo immagini: il modulo MastCam cattura anche video ad alta risoluzione 720p. Il frame rate delle riprese è molto basso (6 fps) se paragonato a una anche semplice fotocamera digitale odierna, ma è un ottimo risultato se lo confrontiamo con le sequenze di 1-2 immagini al minuto che sinora erano state possibili in campo "spaziale".

Immagini e video vengono registrati in una memoria interna da 8 GB e compressi prima della trasmissione verso la Terra.

Curiosity (a destra) confrontato con i rover Spirit/Opportunity del 2004 (a sinistra) e il Sojourner del 1997 (in basso)

Montata sul braccio estendibile di Curiosity c'è poi una sorta di super-macro-fotocamera denominata MAHLI (Mars Hand Lens Imager). Il suo scopo è riprendere immagini a colori dei dettagli del suolo di Marte, con un dettaglio tale da indentificare oggetti di dimensioni sino a 12 micron circa.

Da non dimenticare, anche se il suo compito è stato ormai svolto del tutto, anche la fotocamera MARDI. È posizionata sul corpo del rover e aveva il solo scopo di riprendere il suolo durante la discesa e l'atterraggio di Curiosity, in modo da avere una visione precisa della zona in cui Curiosity si trova. Lo ha fatto come previsto, generando un vero e proprio video a 4 fps con risoluzione di 1.600 x 1.200 pixel.

Il modulo MARDI, che ha ripreso la discesa su Marte dal punto di vista di Curiosity

Infine, alle estremità del corpo di Curiosity sono posizionate quattro altre foto-videocamere denominate HazCam. Riprendono a bassa risoluzione e le loro immagini saranno quindi poco affascinanti, però hanno un ruolo molto importante: il "cervello" di Curiosity combina le immagini provenienti dalle HazCam per costruirsi una visione tridimensionale completa dell'ambiente circostante, in modo da evitare ostacoli e possibili pericoli ("hazard", appunto, da cui HazCam) quando inizierà a muoversi.

Proprio dalle HazCam sono state riprese le prime immagini che Curiosity ha inviato da Marte.