La sorveglianza digitale dei lavoratori preoccupa il Garante della Privacy

Il Garante della privacy solleva perplessità sui passaggi del Jobs Act legati alla sorveglianza digitale dei lavoratori. Dello stesso avviso la presidente della Camera Boldrini.

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a cura di Dario D'Elia

Il Garante della privacy è piuttosto preoccupato per alcuni passaggi del Job Act che prevedono maggiori poteri di sorveglianza elettronica da parte delle aziende nei confronti dei lavoratori.

Chaplin Lavoro

"È auspicabile che il decreto legislativo all'esame delle Camere sappia ordinare i cambiamenti resi possibili dalle innovazioni in una cornice di garanzie che impediscano forme ingiustificate e invasive di controllo, nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea", ha dichiarato il presidente Antonello Soro nella sua relazione annuale sulla Privacy. "Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano".

Dello stesso avviso la presidente della Camera Boldrini. "Mi auguro che nelle prossime settimane, durante l'esame parlamentare, ci sia la possibilità di aprire un confronto che faccia chiarezza sui dubbi emersi", ha spiegato nell'incontro a Montecitorio. "Mi riferisco allo schema di uno dei decreti attuativi del jobs act varati dal governo la settimana scorsa, quello riguardante l'uso di strumenti di lavoro come personal computer, smartphone, tablet".

Com'è risaputo il Job Act prevede la possibilità per il datore di lavoro di controllare i propri dipendenti con strumenti hi-tech e tradizionali, senza il bisogno di accordi con i sindacati o con le Direzioni territoriali del lavoro.

Si parla di telecamere (per tutela e sicurezza), analisi dati dei PC, smartphone e tablet aziendali sempre in relazione al rapporto di lavoro. "Purché sia data al lavoratore adeguata informazione circa le modalità d'uso degli strumenti e l'effettuazione dei controlli, sempre comunque nel rispetto del Codice della privacy", si legge nel documento.

"Occorre sempre di più coniugare l'esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti: obiettivo che ha ispirato tutte le decisioni dell'Autorità nelle numerose verifiche preliminari nonché nelle linee guida in materia di biometria", ha puntualizzato Soro.