La sorveglianza elettronica del lavoratore migliorerà la produttività?

I decreti attuativi del Jobs Act contengono le norme che consentiranno la sorveglianza elettronica del lavoratore. La produttività migliorerà?

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a cura di Dario D'Elia

La sorveglianza dei lavoratori in azienda sta per essere sdoganata dai decreti attuativi del Jobs Act che sono giunti martedì nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato. I sindacati ovviamente sono sul piede di guerra, ma l'opinione pubblica probabilmente è spaccata al riguardo.

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A maggio l'ipotesi di aggiornamento dell'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori - quello che vieta l'uso di impianti audiovisivi o di altre apparecchiature per monitorare a distanza l'attività dei dipendenti – aveva già fatto discutere. Adesso nero su bianco sappiamo che il datore di lavoro non avrà più bisogno di un accordo con i sindacati né del permesso delle Direzioni territoriali del lavoro per controllare i propri dipendenti con strumenti hi-tech e tradizionali.

Si parla di telecamere (per tutela e sicurezza), analisi dati dei PC, smartphone e tablet aziendali sempre in relazione al rapporto di lavoro. "Purché sia data al lavoratore adeguata informazione circa le modalità d'uso degli strumenti e l'effettuazione dei controlli, sempre comunque nel rispetto del Codice della privacy", si legge nel documento.

"È la terza grande operazione di indebolimento del lavoratore a favore dell'impresa, messa in campo dal Jobs Act, dopo i licenziamenti senza reintegra e il demansionamento con accordo individuale", ha dichiarato a La Repubblica Guglielmo Loy, segretario confederale Uil. E così la pensano anche Cgil e Cisl.

In linea di massima è evidente che il controllo tecnologico si profila come uno strumento potente e richiede un patto fiduciario tra impresa e lavoratore. Il rischio di abusi sembra alto, ma gli industriali potrebbero rispondere che il punto debole dell'Italia è proprio il livello di produttività.

Ad ogni modo rimane un'unica criticità che forse serrerà le file di (quasi) tutti gli italiani: perché le nuove norme non saranno applicate anche ai lavoratori pubblici, ma solo a quelli del privato?