La Spagna ospita i nuovi scontri P2P Vs Major

In Spagna è sotto processo un svilupparore che ha scritto e commercializzato applicazioni P2P.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La SGAE, equivalente spagnolo della SIAE ha dato il via ad un'azione legale per chiudere siti che offrono collegamenti a materiali protetti da diritto d'autore, senza ospitarli. La società, di fatto, da il cambio alle major discografiche, che in quattro anni non sono riuscite a cavare un ragno dal buco.

Stando alle sentenza passate, infatti, in Spagna i siti che ospitano file torrent, ma non i loro contenuti, sono del tutto legittimi. Processi come quello a The Pirate Bay, quindi, nel paese di Cervantes si sono sempre chiusi a favore della difesa, almeno fino ad oggi.

L'attenzione della RIAA, intanto, si è spostata verso un bersaglio, forse, più facile, Paolo Soto. Quest'uomo, 29 anni, sta affrontando una causa che potrebbe costargli fino a 13 milioni di euro. Soto ha scritto applicazioni P2P, che sono state scaricate e utilizzate da migliaia di utenti, anche per scambiarsi materiali protetti da copyright, mentre lui guadagnava qualcosa grazie alle pubblicità integrate nelle applicazioni stesse. Correva il 2002, e ancora risuonavano gli echi di Napster e Kazaa.

Sembrano quasi ironici i commenti di J. Torres, che rappresenta EMI, Sony e Universal, secondo cui questo processo è contro chi "viola sistematicamente il diritto d'autore e ci lucra sopra, e ha la sfacciataggine di dare la colpa agli utenti" che, per la cronca, sono circa  25 milioni, solo considerando Manolito, il software più diffuso, tra quelli citati. Torres, poi, aggiunge che così si arriverebbe ad un "capitalismo sfrenato e selvaggio". Credevamo che fossero loro i rappresentanti di quest'ultimo movimento, ma evidentemente sbagliavamo.

Pablo Soto, in tribunale

In questo caso l'accusa ha preferito il processo civile, per evitare che un'eventuale incarcerazione di Soto avesse un effetto deleterio sull'immagine dell'industria discografica.

Soto ha cominciato a scrivere programmi a nove anni, e oggi è presidente dell'azienda che ha fondato, MP2P Technologies.  La sua situazione, tuttavia, è delicata: oltre alle pubblicità, Soto ha creato anche una versione a pagamento del suo software (circa 15 euro), e per promuoverlo ha deciso di sfruttare frasi come "scarica musica gratis". Tutti elementi che oggi l'accusa sta usando contro di lui.

Il suo commento è stato laconico: "non sono il capro espiatorio di nessuno, ma non mi sento nemmeno l'eroe dei download illegali". La comunità di utenti, stando al suo blog, lo appoggia senza remore.

Vero è che, quando si parla di pirateria, la Spagna  è un caso a parte, che molti qualificano come "singolare", soprattutto se si considera solo il contesto europeo.  Una situazione così poco usuale che un gruppo di avvocati statunitensi ha inserito questo paese in un gruppo di cinque "sorvegliati speciali", in compagnia di Russia, China, Canada e Messico.