La squadra europea

Si è tenuto a Stoccolma l'appuntamento finale del Cybersecurity, dove i migliori studenti di 3 continenti si sono incontrati per dimostrare quanta innovazione, e competenza, possano portare i giovani.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Il primo degli studenti selezionati, vincitore dell'edizione di Milano del CyberSecurity, è stato Maurizio Abbà: due lauree, al Politecnico di Torino e al Sophia Antipolis in Francia, ha proposto una rete di honeypot particolarmente avanzata. Una honeypot è un server "esca" per i cybercriminali: vuoti ma configurati, sono messi online per studiare come agiscono le varie tecniche di attacco e prendere le dovute contromisure.

Maurizio durante la prova "dell'ascensore". Poche slide, ma molto chiare...

Il secondo italiano in gara era Armando Miraglia, che ha vinto la selezione all'università di Amsterdam dove stava seguendo un master. Adesso lavora (per quattro mesi) da Google nel reparto di analisi malware per Android e ha presentato un progetto molto interessante, ma controverso sulla difesa "attiva" dai malware.

Armando spiega alla platea la base della sicurezza "aggressiva", nella quale si va a debellare i malware andando a operare da remoto sui computer infetti.

L'ultimo europeo, nella classificazione Kaspersky, era David Korczynski, studente dell'Università di Londra che ha proposto una nuova classificazione del malware basata sulle sue funzionalità e non solo sul metodo di propagazione, fornendo uno strumento che possa dare una base "consistente" di dati a chi lavora sull'analisi dei malware in modo da rendere più semplice l'accorpamento in "famiglie".