La Svizzera difende il P2P pirata: che l'industria si adatti

Il Consiglio federale elvetico non inasprirà l'azione contro la pirateria online: è falso sostenere che sia responsabile della contrazione del mercato. La quota percentuale di reddito disponibile destinato ai consumi di musica e cinema è rimasta costante: sono solo cambiati gli ambiti di spesa.

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a cura di Dario D'Elia

In Svizzera scaricare musica o film pirata dal Web non è un problema, e fondamentalmente le major e i detentori di copyright devono farsene una ragione. Il Consiglio federale, l'organo esecutivo del governo della Confederazione Svizzera, ha risposto così alla domanda di inasprimento delle norme anti-pirateria posta dai produttori di settore. Si tratta senza dubbio di una posizione controcorrente, perché di fatto viene giustificata con le stesse argomentazioni sostenute dalla comunità che pratica il file-sharing.

I consiglieri federali hanno studiato a fondo non solo lo scenario nazionale ma anche i risultati di un'indagine realizzata in Olanda – una nazione che sui consumi digitali è considerata quasi gemella. "In Svizzera fino a un terzo delle persone sopra i 15 anni scarica gratuitamente musica, film e giochi. Pare inoltre che, nonostante il grande interesse dei media e le numerose campagne di sensibilizzazione, la maggioranza degli utenti di Internet continui a non distinguere le operazioni lecite e illecite", si legge nel comunicato del Consiglio.

La Svizzera salva gli utenti P2P

Malgrado queste premesse "la quota percentuale di reddito disponibile destinato ai consumi in questo ambito resta costante". Ma allora cos'è cambiato con l'avvento della pirateria digitale? I consumatori spendono di più in concerti, cinema e prodotti di merchandising, e meno in CD e DVD.

"Questa evoluzione interessa soprattutto le grandi case di produzione estere, che devono adeguarsi ai nuovi comportamenti dei consumatori", continua il Consiglio. "Visto lo spostamento delineato, i timori che questi sviluppi possano influire negativamente sull'attività culturale nazionale sono infondati. Il Consiglio federale non ritiene pertanto necessario un intervento legislativo".

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Secondo i consiglieri svizzeri ogni volta che è sbarcata sul mercato una tecnologia dei media è sempre stata oggetto di abusi. "Questo è il prezzo che paghiamo per il progresso. I vincitori saranno quelli che saranno capaci di usare le nuove tecnologie a proprio vantaggio e i perdenti quelli che perderanno il treno dello sviluppo e continuare a seguire i vecchi modelli di business", sottolinea il rapporto del Consiglio.

Prova ne sia che ancora una volta i dati parlano degli utenti P2P che scaricano contenuti pirata come i più assidui acquirenti di giochi e musica.

Per quanto riguarda invece l'ondata repressive europea – si pensi ad esempio alla Legge Hadopi francese – le critiche sono quelle di sempre. Il Consiglio elvetico le considera ingiustificate, sproporzionate e in contrasto sia con il diritto universale all'accesso al Web che con quello della privacy.