La tassa Airbnb non piace all'Antitrust: troppo penalizzante

L'AGCM sostiene che la tassa Airbnb possa generare possibili ricadute negative sui consumatori finali dei servizi di locazione breve.

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a cura di Dario D'Elia

La tassa Airbnb "appare potenzialmente idonea ad alterare le dinamiche concorrenziali tra i diversi operatori, con possibili ricadute negative sui consumatori finali dei servizi di locazione breve", almeno secondo l'Antitrust.

L'AGCM ha segnalato con una nota ai presidenti di Camera e Senato, al ministero dell'Economia e all'Agenzia delle Entrate che la cedolare secca sugli affitti brevi al 21% introdotta con la manovra bis della scorsa primavera potrebbe generare degli effetti collaterali negativi sul mercato.

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Se da una parte viene riconosciuta alla norma la capacità di "contrastare il fenomeno dell'evasione", dall'altra pare evidenziarsi una sproporzione negli intenti. Insomma, per far emergere il nero potrebbero essere impiegati "strumenti che non diano al contempo luogo a possibili distorsioni concorrenziali nell'ambito interessato". Per altro come ricorda sempre il Garante si tratterebbe di "un unicum nell'ambito del panorama europeo".

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La criticità principale è legata alla modalità di intervento. Viene richiesto agli intermediari immobiliari (portali o agenzie) di raccogliere le tasse dovute dai proprietari di casa e trasmettere i relativi dati all'Agenzia delle Entrate. La misura quindi scoraggerebbe di fatto "l'offerta di forme di pagamento digitale da parte di piattaforme che hanno semplificato e al contempo incentivato le transazioni online, contribuendo a una generale crescita del sistema economico".

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E questo altererebbe la concorrenza tra i gestori dei portali, "a discapito di coloro che adottano modelli di business fortemente caratterizzati dal ricorso a strumenti telematici di pagamento". In pratica ridurre l'appeal delle transazioni digitali "potrebbe penalizzare i consumatori finali conducendo a una minore ampiezza e varietà dell'offerta, nonché avere un possibile impatto negativo sulla domanda stessa".

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L'AGCM suggerisce in sintesi di "prevedere misure meno onerose per i soggetti coinvolti", come ad esempio "la previsione di un obbligo fiscale di carattere informativo in capo agli intermediari e ai gestori di piattaforme immobiliari telematiche". Insomma, comunicare all'Agenzia delle Entrate con cadenza da stabilire il flusso delle prenotazioni.

L'auspicio è che i rilievi non vincolanti dell'AGCM "siano tenuti in adeguata considerazione [...] in occasione dei futuri interventi normativi".