La tassa su Google piace solo a Telecom Italia

La proposta ETNO di tassare gli over the top è stata criticata dall'OCSE, dalla Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni (CEPT), dalle associazioni dei consumatori e da Neelie Kroes, il commissario europeo per la Digital Agenda.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia, Deutsche Telekom e gli altri incumbent, che hanno proposto di tassare i service provider come Google, da qualche settimana stanno prendendo solo porte in faccia. L'idea di far pagare agli over the top una quota sul traffico generato è stata criticata dall'OCSE, dalla Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni (CEPT) e dalle associazioni dei consumatori.

ETNO, l'organizzazione che raccoglie gli operatori TLC che un tempo erano monopolisti di fatto, rischia una debacle durante la prossima World Conference on International Telecommunications di Dubai. A dicembre, com'è risaputo, peseranno i voti delle singole nazioni sull'argomento, ma è evidente che senza almeno un'organizzazione (neutrale) a favore tutto è destinato a sfumare.

E se arriva Robin Hood?

La proposta era di introdurre il modello di business basato su "sending party network pays" (SPNP). Un sistema che richiama la modalità di tariffazione che è adottata dagli operatori telefonici nel settore delle chiamate internazionali, dove è il network ospitante a decidere il prezzo al minuto. Insomma, dato che le Telco non riescono a coprire adeguatamente i costi infrastrutturali con i ricavi provenienti dai servizi consumer, ecco l'idea di spremere i colossi come Google, Apple, YouTube e Facebook.

Neelie Kroes, il commissario europeo per la Digital Agenda, ha bocciato la proposta spiegando che le regole internazionali sulle telecomunicazioni (ITR) non sono il recinto appropriato per stabilire i sistemi di compensazione e tariffari. "Per proteggere la capacità della Rete di innovare, la fornitura di questi servizi non dovrebbe andare a scapito della qualità best effort di Internet", ha sottolineato Kroes. "La Commissione è impegnata a mantenere il Web come una piattaforma aperta per l'innovazione a favore di tutti i provider, inclusi piccoli ed emergenti".

Dopodiché l'Unione Europea potrà confrontarsi sull'argomento e magari anche legiferare, ma tirare in ballo l'International Telecommunications Regulations (ITRs) appare fuori luogo. Di diverso avviso Franco Bernabè, Presidente Esecutivo di Telecom Italia, che in una lettera a La Stampa di domenica ha ribadito la difficoltà storica dell'industria delle telecomunicazioni. La capacità d’investimento sulla NGA è messa a rischio non solo a causa "dell’applicazione di un modello regolatorio che ha portato a prezzi sempre più bassi per servizi sempre migliori" ma anche dell'aumento esponenziale del traffico dati sulle Reti generato dagli operatori Over The Top.

Over The Top

"Gli operatori di telecomunicazioni sono pronti ai cambiamenti necessari per rendere Internet e i servizi che attraverso la rete vengono veicolati ancora più diffusi e fruibili e intendono introdurli con la necessaria cooperazione degli attori Over the Top, in un quadro di mutua collaborazione", ha scritto Bernabé.

Un osservatore attento come Innocenzo Genna, rappresentante AIIP (Associazione Italiana Internet Providers) a Bruxelles e presidente EuroISPA, ha risposto per le rime alle affermazioni del Presidente Telecom. "Non si capisce perché per fornire della qualità garantita sia necessario regolamentare Internet come suggerisce Telecom. Tali livelli di QoS sono già disponibili, a livello sia tecnologico che di mercato, senza regolamentare alcunché. Per la telemedicina ed altre applicazioni particolarmente sofisticate, si possono usare delle VPN, una tecnologia che esiste da 20 anni o forse più (ma forse all’ITU non lo sanno)", si legge nel suo post.

Per quanto riguarda invece il traffico in aumento bisognerebbe sottolineare "che questo trend fa crescere anche i ricavi delle telco".

"Altrimenti, che cosa venderebbe Telecom Italia, che clienti avrebbe se non ci fossero Youtube, Facebook, Apple etc.? Probabilmente Telecom venderebbe ancora voce e fax in modalità analogica (e non dimentichiamo il DECT!), assieme a melanconici telefoni color grigio-topo", ricorda Genna con condivisibile ironia.

Insomma, il presidente degli ISP europei ha toccato il nervo scoperto degli ex-monopolisti. Per 40 anni hanno sfruttato le reti a disposizione solo per le chiamate, non hanno inventato killer app, quando è nata Skype in Europa hanno fatto finta di nulla e infine hanno contratto debiti a causa di operazioni finanziarie spericolate invece che investire nell'innovazione.