La tassa sugli abbonamenti dei cellulari è inattaccabile

La Corte di Cassazione ha confermato che la tassa sugli abbonamenti dei cellulari, considerato il nuovo codice delle comunicazioni, va comunque pagata. Non è più una concessione ma la sostanza non cambia.

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a cura di Dario D'Elia

La tassa di concessione governativa applicata agli abbonamenti dei cellulari è stata nuovamente blindata dalla Corte di Cassazione (n. 8825 del 1° giugno 2012) e quindi difficilmente sarà impugnabile nei tribunali amministrativi come è avvenuto negli ultimi mesi. Com'è risaputo l'entrata in vigore del nuovo Codice delle comunicazioni ha sostituito il regime di privativa legale regolato dalle concessioni con quello fondato sulla libertà di fornitura di servizi di comunicazione.

C'è poco da ridere

Grazie a questo piccolo dettaglio molti Comuni (e non solo) sono riusciti a farsi restituire la tassa già pagata. Dopodiché l'Agenzia delle Entrate ha confermato che la tassazione per la telefonia mobile resta dal momento che prende il posto della licenza. In verità la normativa di riferimento si riferisce alle radioaudizioni, ovvero ai dispositivi come le radio che ricevono e non trasmettono.

Ecco quindi l'esigenza dell'intervento della Corte di Cassazione per risolvere l'impasse, come riporta oggi il Sole 24 Ore. La tassa viene definitivamente collegata "non già all'emissione di un atto amministrativo, ma al mero presupposto di fatto (di natura cronologica) della durata della prestazione di servizi così come conteggiata da ciascuna bolletta dal gestore all'abbonato".