La tassa sui condizionatori di tutti gli italiani è una bufala estiva

Non esiste nessuna tassa sui condizionatori bensì un adeguamento alle norme UE per gli impianti di grandi dimensioni.

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a cura di Dario D'Elia

La tassa sui condizionatori non esiste. L'allarmismo su alcune testate è dovuto all'estate – ci sono poche notizie, oppure superficialità, oppure ancora malafede. Certo le associazioni Federconsumatori e Adusbef non hanno aiutato a fare chiarezza, ma a tutti può capitare un inciampo.

Dal 15 ottobre 2014 i proprietari di casa e gli amministratori di condominio avrebbero dovuto dotarsi di un nuovo libretto per condizionatori (al di sopra dei 12 kW), che certificasse la sicurezza degli impianti indicando date, manutenzione, etc. E procedere ogni 4 anni a fare controlli di efficienza come per le caldaie.

condizionatoe

Il costo è effettivamente tra i 100 e i 200 euro, ma si tratta di impianti di fascia alta non molto diffusi in ambito domestico. Giusto per fare una proporzione si parla di condizionatori con capacità di raffreddamento superiori ai 40.000 BTU. Ad ogni modo chi ha un impianto può moltiplicare i BTU presenti nei dati tecnici per 0,000293 e ottenere il numero di kW.

Perché questa storia è esplosa proprio adesso? Il controllo efficienza periodico con tanto di bollino era stato introdotto con il decreto ministeriale del 10/2/2014, che indicava l'1 giugno 2014 come termine entro far entrare in vigore la novità. Dopodiché c'è stato un rinvio che ha spostato il tutto al 15/10/2014. Ora che è giunta la stagione estiva ci siamo ricordati del balzello.

In verità non è una tassa bensì il rispetto di una richiesta della Commissione Europa che disciplina le emissioni di anidride carbonica. Bruxelles con la direttive 2002/91/CE e la 2010/31/UE (recepita nel DL 19 agosto 2005 n.192) da anni ci chiedeva di adeguarci. Noi adesso l'abbiamo fatto e pagheranno coloro che hanno grossi condizionatori… come i supermercati o i grandi uffici.