La tassa sulle sigarette elettroniche arriverà: preparatevi

Il Ministero delle Finanze vuole una tassa sulle e-cig. Non è chiaro se sarà un'accisa o una tassa di consumo. Quel che conta è le casse dello Stato non possono fare a meno di quei 700 milioni di euro che quest'anno andranno in fumo per colpa del tradimento delle bionde.

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a cura di Dario D'Elia

Le sigarette elettroniche verranno tassate. È inutile girarci intorno: il Ministero delle Finanze, secondo più fonti stampa, sta facendo pressione per ottenere l'obolo. Forse non riuscirà a recuperare quei 700 milioni di euro che andranno in fumo per colpa delle e-cig, ma qualcosa si può fare.

D'altronde il business è in grandissima crescita. Le catene di negozi si moltiplicano e l'accesso alla prima svapata è piuttosto economico. Al dettaglio una sigaretta elettronica può costare 60-65 euro, ma a un grossista non supera i 25 euro e al negoziante 35 euro. Il ricarico è altissimo. Senza contare poi le ricariche con nicotina.

Pronta all'uso

Il Ministero della Salute però non si è ancora espresso al riguardo. In verità pochi paesi al mondo hanno preso una posizione netta; anche il Parlamento Europeo non sa che fare con la nuova direttiva sul tabacco e i prodotti assimilabili. Solo la Gran Bretagna ha regolamentato seriamente l'e-cig.

Oggi in Italia c'è solo il divieto di vendita ai minorenni, poiché in fondo contengono nicotina. E non è una delle sostanze più salubri del mondo. In ogni caso se domani dovessero tassare i prodotti di questo genere, sarebbe la fine anche per il mercato dei cerotti e dei chewing gum per smettere di fumare. Un vero controsenso.

Forse una via di uscita potrebbe essere quella di tassare in relazione alla quantità di nicotina contenuta, ma sarebbe comunque una via impervia perché con l'accisa vi sarebbe l'obbligo di iscrizione ai Monopoli di Stato come le tabaccherie. Imposta di consumo allora? È un'altra ipotesi.

In Francia intanto è già arrivato al Ministero della Sanità l'atteso studio di Bertrand Dautzenberg, il professore di Pneumologia dell'Università Pierre et Marie Curie di Parigi. Il responso è poco incoraggiante: si consiglia il divieto di consumo in luoghi pubblici, di pubblicità e l'istituzione di un sistema di autorizzazioni per la vendita. È vero che l'e-cig può aiutare a smettere di fumare, ma secondo l'esperto, non è sana al 100% e il suo libero uso potrebbe incitare al consumo.

Se poi ci mettesse anche lo zampino Hollywood, com'è stato per le sigarette tradizionali...