La Guardia di Finanza di Cagliari ha scoperto una frode da centinaia di migliaia euro realizzata ai danni di Infratel, la società a partecipazione pubblica per l'attuazione infrastrutturale del piano della banda larga nazionale. In pratica un ingegnere e direttore dei lavori della Infratel, un project manager e procuratore della Imet, società appaltatrice dei lavori che ha sede a Perugia, e due responsabili del cantiere della Imet avrebbero ricevuto compensi per lavori di posa della fibra ottica mai eseguiti.
Secondo le ricostruzioni il funzionario pubblico chiudeva un occhio su ispezioni e collaudi in cambio di "illecite dazioni di denaro, regalie varie nonché lavori di ristrutturazione di una lussuosa villa intestata alla moglie per un valore complessivo di circa 210.000 euro". Tutti gli indagati e la società sono stati anche segnalati alla procura regionale della Corte dei Conti della Sardegna.
Si parla soprattutto dell’appalto pubblico relativo al Lotto 6 (Regione Sardegna) del "Programma di sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno".
L’operazione "Pincer" ha smascherato i potenziali rischi che si possono nascondere dietro agli appalti per la banda larga. Le accuse sono gravissime: si va dal falso ideologico alla frode nelle forniture pubbliche, truffa e concussione. Ecco spiegata la decisione degli investigatori di chiedere il rinvio a giudizio per i componenti della banda.
Per altro a dicembre era già scattato il provvedimento di sequestro per la Imet: fra gli altri due appartamenti, una villa, tre box auto, un magazzino e un appezzamento di terreno a Roma e Vasto. Senza contare disponibilità finanziarie riconducibili al direttore dei lavori della Infratel e della Imet per un valore complessivo di circa 650.000 euro.