La Turchia blocca Twitter ma la rete continua a cinguettare

Il regime di Ankara blocca Twitter per fermare l'informazione anti governativa, però ci sono già i metodi per aggirare il blocco e anche il vicepremier cinguetta.

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a cura di Pino Bruno

Mamma li turchi! Il regime di Ankara oscura Twitter e minaccia di bloccare anche Facebook e YouTube. Per una singolare coincidenza, il sàtrapo turco Recep Tayyip Erdogan ha spento Twitter proprio quando il social network compie otto anni.

Il premier con le mani sporche del sangue dei giovani libertari di Gezi Park ci provava da tempo. Nel 2011 aveva introdotto filtri al web per eliminare le notizie scomode per il governo, ma nel suo mirino c'era soprattutto Twitter.  Con dieci milioni di utenti, il social network era diventato la spina nel fianco del primo ministro. Il perché è presto detto: gran parte dell'informazione ufficiale – TV e stampa – è controllata dall'esecutivo, mentre le notizie sulla protesta e sulle violenze della polizia circolano sui social network. Controinformazione, cioè la bestia nera del potere. Che lì, in Turchia, ci va giù pesante nei confronti di chiunque osi sfidarlo, a cominciare dai giornalisti. Le prossime mosse del regime? Dopo Twitter potrebbe toccare a Facebook e YouTube.

La protesta passa per i social network

La decisione del governo di Ankara era stata anticipata qualche giorno fa da Reporters sans frontières. L'organizzazione che si batte per la libertà di stampa in tutto il mondo ha collocato la Turchia al 154° posto (su 180) nel 2014 World Press Freedom Index, l'indice mondiale dello stato di salute dell'informazione.

L’oscuramento di Twitter si affianca al recente rafforzamento dei poteri dei servizi segreti. Il Millî ?stihbarat Te?kilât? (M?T) può "raccogliere, registrare e analizzare le informazioni con qualsiasi metodo, strumento o sistema di intelligence tecnico e umano", senza rendere conto a nessuno. Una semplice richiesta dal MIT costringe qualsiasi ente pubblico o persona giuridica (compresi i media) a divulgare tutte le informazioni. Per chi si rifiuta è prevista la reclusione dai due ai quattro anni. In nome della lotta contro il terrorismo e della sicurezza nazionale, la riforma prevede la creazione di una vasta rete di supervisione di tutti i canali di telecomunicazioni.

Recep Tayyip Erdogan

D’altronde Twitter è una delle fonti migliori per chi fa informazione. Inoltre Recep Tayyip Erdogan deve placare a tutti i costi l'ondata di indignazione e proteste dopo gli scandali che hanno travolto il suo governo, come racconta nei particolari l'ex corrispondente della Rai da Istanbul, Ennio Remondino. Per non parlare della brutale repressione dei giovani del movimento di Gezi Park. Una decina di giorni fa è morto dopo essere stato nove mesi in coma il quindicenne Berkin Elvan, ferito a Istanbul durante una manifestazione.

Come si fa a bloccare un social network in un intero Paese? L'ordine del Governo è stato diramato a tutti  i provider di servizi Internet (ISP), che sono stati costretti a eseguirlo. Twitter ha intanto consigliato di usare il social network via SMS, mentre Wikileaks ha aperto una pagina del suo Forum dedicata a suggerimenti e trucchi per aggirare la censura. Si deve cambiare DNS oppure usare TOR o VPN, twitta anche "il disinformatico" Paolo Attivissimo. 

Per aggirare il blocco basta un SMS

Proprio pochi minuti fa la stampa di Ankara ha riferito che fra coloro che hanno ha già aggirato il blocco c'è anche un nome celebre: il vicepremier turco Bulent Arinc, che contro la volontà del capo del governo ha pubblicato stamane il proprio programma di lavoro della giornata.

La situazione è in continua evoluzione. Per chi è interessato a seguire gli eventi, ci sono gli hashtag: #Erdogan, #ErdoganBlocksTwitter, #Turchia, #twitterisblockedinturkey.