La UE salva Telecom Italia: tariffe fibra e rame a piacere

Il commissario UE all'Agenda digitale Neelie Kroes ritratta: prezzi più alti all’ingrosso e al dettaglio per i servizi su NGN, ed anche per i prodotti offerti sulla rete in rame. Un mese fa la pensava diversamente. Forse la crisi ha congelato ogni rivoluzione.

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a cura di Dario D'Elia

I prezzi di accesso alla rete in rame potranno essere mantenuti allo stesso livello di quella della fibra. Il commissario UE all'Agenda digitale Neelie Kroes ieri, nella conferenza all'European Competitive Telecommunications Association, ha di fatto gelato le aspettative degli OLO (Other Licensed Operators) – gli operatori TLC concorrenti di Telecom Italia.

"La Commissione europea sta vagliando un possibile aggiustamento graduale dei prezzi delle reti in fibra. Se gli operatori si impegnano ad investire, possono essere permessi prezzi più alti all'ingrosso e al dettaglio per i servizi su reti di nuova generazione, ed anche per i prodotti offerti sulla rete in rame", ha dichiarato Kroes.

Kroes

Insomma, se gli incumbent riusciranno a dimostrare impegno e investimenti nello sviluppo delle NGN saranno giustificate le politiche tariffarie a difesa del rame. "Non bisogna dimenticare che in alcune aree la reti in rame e quelle di nuova generazione sono in competizione e laddove i consumatori non vedono ancora le offerte di connessione in fibra, non saranno disposti a pagare un plus", ha aggiunto il commissario UE.

"In questo caso i prezzi della fibra riflettono i prezzi della rete in rame ed abbassare i prezzi di accesso alla rete in rame ci manderebbe nella direzione sbagliata. Laddove vi è un serio e credibile impegno ad investire in reti di nuova generazione, non sarebbe appropriato ridurre i prezzi di accesso alla rete in rame”.

La tesi di Neelie Kroes effettivamente ha senso, ma il problema è che mal si sposa con la realtà italiana. Ad esempio, le tariffe di unbundling stabilite dall'AGCOM per la rete Telecom sono sempre state oggetto di critiche da parte della UE e degli OLO (Tariffe unbundling corrette, Telecom ancora favorita). Centrali nel dibattito: la mancanza di indicatori qualitativi e la questione dei costi sostenuti da un operatore efficiente (che gestisce una rete in rame di nuova costruzione in un mercato competitivo). Malgrado questi aspetti il buon Garante non si è mai imposto per far prevalere gli interessi del mercato.

AGCOM

Insomma, fino ad ora l'AGCOM ha svolto il difficile compito di mediare tra le esigenze UE e quelle di Telecom Italia. Non bisogna infatti dimenticare che l'ex monopolista controlla praticamente tutta le rete italiana: 112 milioni di km di rame e 4,3 milioni di km di fibra). 

A questo punto non resta che attendere il nuovo corso dettato dal Governo, poiché di fatto la UE ha deciso di fare un passo indietro sull'argomento. 

"Ridurre i prezzi sarebbe la chiave per spingere le nuove reti. Di contro gli incumbent ritengono che l'abbattimento delle tariffe possa abbassare quelle retail per il broadband", sosteneva a ottobre Kroes dal palco del Digital Agenda Summit. "[…] non ci sarebbe convenienza a investire nella realizzazione di un network parallelo in fibra se questo compete con un network in rame i cui costi di accesso sono considerati più competitivi". 

Sosteneva. 

A sua giustificazione forse il peggioramento della crisi economica, che limita il margine di manovra anche della politica UE.