L'AGCM impone a Shoppati.it la sospensione della modalità di vendita basata su Buy and Share

L'AGCM ha imposto a Oobs S.r.l.s, che gestisce il sito shoppati.it, di sospendere la modalità di vendita basata su buy and share.

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a cura di Dario D'Elia

L'Autorità Garante per il mercato ha ordinato alla società Oobs S.r.l.s, che opera nel settore e-commerce tramite il sito shoppati.it, di "sospendere ogni attività diretta all’utilizzo della modalità di vendita subordinata alla successiva adesione di altri consumatori, nonché alla vendita di prodotti presentati come disponibili ma che in realtà non risultano pronti per la consegna".

Si tratta di un provvedimento cautelare legato alla vendita di apparecchiature elettroniche "secondo la modalità del buy and share in base alla quale i consumatori sono invitati ad acquistare i beni ad un prezzo particolarmente scontato, aderendo ad una specifica lista, e poi, per ottenere il bene prescelto, attendere che altri effettuino un analogo acquisto fino alla completa compensazione del prezzo".

Secondo l'AGCM queste pratiche sono in grado di coagulare un gran numero di prenotazioni e "possono funzionare solo in caso di una loro continua e rapida espansione, ossia in presenza di condizioni del tutto particolari e aleatorie che ne evidenziano la natura gravemente scorretta, in grado di ingannare un numero crescente di consumatori e condizionare indebitamente coloro che vi hanno aderito".

Il Garante scrive di aver iniziato a ricevere segnalazioni a partire dal mese di aprile 2018. L'accusa di alcuni clienti è che si stesse manifestando una presunta pratica commerciale scorretta. "Dagli accertamenti preistruttori effettuati e dalle segnalazioni ricevute emergerebbe che il meccanismo descritto non consentirebbe ai consumatori che hanno effettuato prenotazioni, di ottenere il bene prescelto. Inoltre, il professionista avrebbe opposto ingiustificati ostacoli al diritto di recesso e di rimborso", puntualizza l'AGCM. La mancanza di scritti difensivi da parte della società ha convinto il Garante a procedere. E in caso di inottemperanza al provvedimento cauterale verrà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 10mila e 5 milioni di euro.