L'AGCM indaga su Booking. Costi poco chiari e sconti inventati

L'autorità garante per la concorrenza e il mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti del popolare aggregatore di tariffe di alloggi turistici, che potrebbe aver tenuto alcune pratiche commerciali scorrette riguardo a costi e sconti.

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a cura di Alessandro Crea

L'AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato) ha comunicato in un proprio recente bollettino di aver avviato un'istruttoria nei confronti di Booking, il popolare sito web olandese che consente agli utenti di confrontare le offerte riguardanti gli alloggi turistici ed effettuare le prenotazioni.

L’Antritrust ipotizza al momento diverse violazioni "in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette, violazione dei diritti dei consumatori nei contratti, violazione del divieto di discriminazioni e clausole vessatorie".

I dubbi dell'AGCM riguardano diversi contesti. "Booking, nell’ambito dell’attività di offerta di alloggi sulla propria piattaforma di prenotazione, avrebbe fornito informazioni incomplete e fuorvianti in merito: - al prezzo degli alloggi, indicando nei risultati di ricerca un “prezzo” che non comprende tutte le voci di costo inevitabili e ragionevolmente calcolabili ex-ante" riporta il bollettino.

Anzitutto dunque i prezzi riportati dal sito non sarebbero veritieri, non considerando i costi del servizio, che sarebbero invece facilmente calcolabili già sin dalla prima presentazione all'utente. Secondo l'AGCM inoltre Booking non chiarirebbe quali sono i criteri di scelta per la lista degli hotel riportati in "Le nostre scelte top", col rischio che la classifica stessa sia influenzata dall'ammontare delle commissioni pagate dalle diverse strutture ricettive.

L'antitrust dubita anche che quelli che spesso sono presentati come sconti lo siano davvero e non siano invece fisiologici cali dei costi che sarebbero avvenuti in ogni caso.

Infine ci sono altri due aspetti che sollevano dubbi, i costi legati alle procedure di pagamento online e l'indicazione sulla scarsità di alloggi disponibili. Nel primo caso infatti poiché il pagamento avviene tramite una pre-autorizzazione a garanzia del pagamento futuro, il servizio avrebbe costi diversi, non ben esplicitati. Nel secondo, la scarsità degli alloggi non verrebbe effettivamente calibrata né sulla data scelta dall'utente né sul tipo di stanza, ma semplicemente sulla base della domanda giunta alla struttura specifica. Una procedura che, se fosse vera, falserebbe alquanto i risultati.

Ora non resta dunque che attendere l'esito dell'istruttoria, tenendo conto che l'AGCM si è mossa sulla base di segnalazioni da parte degli utenti e che al momento si tratta di una verifica di alcune procedure poco chiare. Se l'Antitrust appurerà irregolarità concrete non c'è dubbio che Booking sarà colpita tramite l'irrogazione di sanzioni.