Lampioni intelligenti in Italia: risparmio, Wi-Fi e speranza

I lampioni "smart" iniziano a vedersi in numerose città d'Italia. Consentono di risparmiare e anche integrare più servizi. Si parla di servizi Wi-Fi pubblico, meteo, ricarica dei veicoli elettrici, sorveglianza, etc.

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a cura di Dario D'Elia

I lampioni intelligenti si stanno finalmente diffondendo anche in Italia: i Comuni coinvolti sono già 2mila. Si tratta di impianti di illuminazione a basso consumo, con supporto Wi-Fi pubblico e connettori per la ricarica dei veicoli elettrici. In verità possono essere ulteriormente personalizzati in base alle esigenze locali, magari con sistemi di misurazione delle polveri sottili, ma quel che conta è che sono "smart".

Ad esempio a Prato (in verità a Vergaio, dove è cresciuto Benigni) in Via Vannetti Donnini sono stati istallati 60 pali della luce che variano la luce in relazione al traffico e alle ore del giorno. La telegestione consente poi di tenere sotto controllo ogni parametro a distanza: i costi di manutenzione scenderanno del 35%.

Impianto Minos di Umpi

"Se coprissimo tutta la città con questi lampioni, tra risparmio energetico e servizi aggiuntivi, la spesa del Comune potrebbe diminuire del 60%", ha spiegato a La Stampa l'assessore all'Energia Filippo Bernocchi. In pratica vorrebbe dire passare da più di due milioni di euro - questa la bolletta pratese - a meno di un milione.

A San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, hanno integrato anche la videosorveglianza e piccole stazioni di controllo meteo. A Mantova si parla di un piano di istallazione di 50mila lampioni per il 70% dei comuni della zona perché il risparmio è assicurato.

"Grazie alla loro presenza capillare sul territorio, i lampioni pubblici consentono di offrire più servizi senza bisogno di creare nuove reti: in tempi di crisi, questo è un ottimo metodo per risparmiare", sostiene Raffaele Villa, manager di Umpi, l'azienda emiliana che detiene il brevetto sull'integrazione dei vari servizi.

D'altronde gli esperti del settore dicono da anni che la migliore strategia energetica per il paese sia quella basata sul risparmio. Se la media europea del consumo procapite dell'illuminazione pubblica è di 51 chilowattora e in Italia si arriva a 105 chilowattora, forse sarebbe l'ora di intervenire. Siamo degli spreconi e la migliore ricetta certamente non è quella di pagare meno l'energia, bensì prima quella di risparmiarne.

In qualsiasi famiglia prima si riducono le spese in eccesso e poi magari si cerca un modo per incrementare lo stipendio. Ecco il senso di quel miliardo di euro sperperato per la voce l'illuminazione delle città italiane contro i 220 milioni del Regno Unito e i 330 della Germania.

Poi è anche vero che nelle nostre città i bilanci pubblici, la burocrazia e i vecchi contratti complicano le operazioni, ma con la volontà della politica locale si può svoltare.