L'anti-pirateria Danese si distingue per civiltà e intelligenza

La Danimarca chiude con la lotta alla pirateria vecchio stampo e punta alla sensibilizzazione degli utenti. Saranno favoriti i progetti legali di distribuzione online e i nuovi modelli di business. Ovviamente la lotta ai siti pirata continuerà senza sosta.

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a cura di Dario D'Elia

La Danimarca sta per approvare il "Pacchetto Pirata", una serie di norme e iniziative che fanno sembrare la politica anti-pirateria sostenuta dalle major uno scherzo del periodo Neolitico. Dopo un lungo dibattito che ha tenuto in considerazione anche la possibilità di promulgare una legge basata sui cosiddetti "3 strike" - tre alert prima di staccare la spina ADSL - ecco il colpo di scena. Lo stesso Ministro della Cultura danese ha spiegato a TorrentFreak che si cercherà di favorire lo sviluppo e la nascita di servizi legali, invece che continuare a puntare sulle punizioni e la colpevolizzazione degli utenti.

Tutto partirà con l'Innovation Forum che agirà come una piattaforma per stimolare il dialogo e l'innovazione: tutti coloro che hanno in mente di realizzare nuovi servizi o implementare modelli di business alternativi saranno ben accolti. L'ambizione è quella di dar vita a una sorta di fondazione che agevoli la collaborazione tra settori industriali diversi, in modo che tutti i consumatori abbiano la possibilità senza discriminazioni di avere facile accesso al maggior numero di contenuti.

Ci facciamo civilizzare?

La chiave di volta del "Pacchetto Pirata" sarà rappresentata dall'educazione dei consumatori. Operatori TLC, detentori dei diritti di copyright, associazioni e istituzioni saranno chiamate infatti a partecipare a un programma nazionale per sensibilizzare il paese sui temi del copyright. Un modo per far comprendere in profondità il valore della questione e le conseguenze nel settore. Sul fronte ISP, invece, si chiederà di inserire nelle bollette consigli sulla sicurezza e sulla scelta responsabile dei contenuti.  

Contemporaneamente sarà rafforzato l'impegno per rimuovere il materiale illegale online. E in questo ambito forse si rileva l'elemento più controverso poiché si parla di procedure di blocco IP, come oggi avviene per The Pirate Bay. In ogni caso il nuovo Codice di Condotta prevede un approccio cautamente garantista. Se un editore o autore vorrà bloccare l'accesso a un sito illegale dovrà rivolgersi alla giustizia: i giudici si esprimeranno e gli ISP accetteranno di buon grado la sentenza.

"Questo è un processo automatico dove il detentore di diritti avrà bisogno di contattare solo una telco, che si occuperà di comunicare ogni successiva decisione alle altre", sostiene il Ministro. Le associazioni per i diritti digitali hanno accolto l'iniziativa con entusiasmo.